Ddl Cinema: un film già visto e ancora regali ai big

6892c-cinema-on-the-road.jpg
A voler giocare con le parole, il Disegno di legge sul cinema del governo non è altro che un film già visto. E come già accaduto in passato rischia di naufragare se non troverà seguito nei decreti attuativi.
Le criticità del testo approvato oggi al Senato sono tante, ma il primo limite è dato dal fatto che l’applicazione di qualsiasi norma è demandata a decreti attuativi senza che però sia previsto un termine entro quali emanarli, con il rischio che tutto si concluda in un nulla di fatto. E questo vale anche per il riparto del fondo per il cinema e l’audiovisivo appena istituito. In sostanza siamo davanti a una delega mascherata che non fa altro che rimandare ad un futuro incerto aspetti cruciali del provvedimento.
Il rischio che corriamo è quello già visto con i decreti attuativi che dovevano rendere operativa la modifica del tax credit per gli investitori esterni al settore, prevista nella legge di stabilità 2016 approvata lo scorso anno: i decreti erano attesi per il 1° aprile e ad oggi non ce n’è traccia, con la conseguente paralisi di tutti gli investimenti esterni al settore.
La norma, naturalmente, contiene l’ennesimo regalo ai big del mondo cinematografico, che hanno nomi e cognomi e anche delle filiazioni familiari all’interno di questo governo, e ai blockbuster a discapito dei film di qualità e d’essai. Per questo resta grave il no all’emendamento del M5S in cui si chiedeva un correttivo al parametro della bigliettazione in base al numero delle sale in cui il film è stato distribuito e ai giorni di presenza in queste sale.
Ci fa piacere, invece, che il governo finalmente abbia riconosciuto l’importanza della cultura cinematografica e audiovisiva e dell’educazione all’immagine e abbia recepito i nostri input affinchè nel Ddl Cinema fossero esplicitamente previsti fondi da stanziare per diffondere questa cultura cinematografica nelle scuole di ogni ordine e grado. Su questa scia abbiamo fatto approvare anche un nostro ordine del giorno, in cui impegniamo il governo a inserire l’educazione all’immagine come disciplina di studio nei programmi scolastici.