Ddl consumo di suolo: Nugnes, non sia lasciapassare per abbattimenti e ricostruzioni selvagge

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Roma, 11 ott. “Vedo un pericolo in questo dispositivo di legge sul Consumo di suolo, che nasce pure con le migliori intenzioni, ovvero che si vogliano cavalcare tre cavalli dell’ecologismo come lo stop al consumo del suolo, la riqualificazione energetica e la necessità di mettere in sicurezza il nostro patrimonio immobiliare, per rendere più facile demolire e ricostruire ciò che invece si può mettere in sicurezza. E mi riferisco agli edifici nei centri storici, non solo quelli di pregio ma anche quelli nei nostri piccoli comuni che hanno un valore ambientale e paesaggistico” lo afferma in una nota la senatrice del M5s Paola Nugnes a seguito delle audizioni odierne in commissioni Ambiente e Agricoltura nell’ambito del disegno di legge sul Consumo di suolo arrivato in Senato.
“Il quadro si fa sempre più chiaro – prosegue la pentastellata – ecco come vogliono “rigenerare” i nostri centri urbani, anche storici, accedendo anche ad incentivi crescenti se l’opera è complessiva, ovvero se si riferisce ad abbattimenti e ricostruzioni di edifici esistenti. Quindi non recupero e ristrutturazione dell’esistente, ma abbattimenti del nostro patrimonio storico inestimabile, grazie al silenzio assenso, la Segnalazione Certificata per le ristrutturazioni urbanistiche anche nei centri storici, senza mantenere la forma, con il solo filtro dei Piani attuativi.
Tutto questo – spiega ancora Nugnes – “grazie” ai provvedimenti pregressi incentivati da questo governo: il testo Madia, lo Sbloccaitalia, il Ddl semplificazione autorizzazione paesaggistica e la revisione del Testo Unico sull’edilizia che prevede abbattimenti e ricostruzioni nei centri storici senza rispettare la sagoma. Viene il dubbio – insiste la senatrice – che dietro queste operazioni possano anche esserci lottizzazioni private e accordi di programma che nulla vogliono tutelare del patrimonio, anzi, si fanno fuori pure le Sovrintendenze, che intralciano e pongono freni agli interessi economici e speculativi dell’industria del cemento” conclude.