Lorenzin, e lo strano caso del lobbista promosso a Bruxelles

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L’incompetenza del Ministro Lorenzin continua ad inanellare disastri. Solo negli ultimi due mesi, il ministero della salute ha registrato un record di figuracce e critiche: il doppio flop della campagna sul fertility day, il caso del recente decesso al San Camillo (non basta l’invio di ispettori, annunciata tra l’altro prima che venisse compiuta), il Fondo per la cura dell’autismo che potrebbe essere spostato ad altre finalità, i Lea che sono stati annunciati ma non sono ancora diventati ufficiali, il probabile nuovo taglio alla sanità nella prossima legge di Bilancio. Ora arriva anche il caso del lobbista promosso.
Si chiama Pasqualino Rossi, ed è stato assegnato lo scorso anno dal ministero della Salute alla Rappresentanza permanente dell’Italia presso l’Unione Europea: abbiamo la fondata impressione che questo dirigente del ministero, in virtù delle ottime relazioni intrattenute in passato con le lobby del farmaco, di cui avrebbe tutelato gli interessi, sia stato addirittura promosso e trasferito a Bruxelles. Vale a dire, la capitale del lobbysmo europeo.
Ma cosa ha fatto Pasqualino Rossi per meritarsi una così prestigiosa promozione? Il dirigente di fascia A del ministero della Salute nel 2008 era dirigente dell’Aifa e fu sottoposto ad arresto dal procuratore di Torino Raffaele Guariniello. Le accuse erano molto forti: Guariniello registrò da parte del dirigente una “totale assenza” di “interesse per la tutela della salute pubblica”. Secondo l’accusa inoltre Rossi avrebbe passato informazioni riservate agli informatori farmaceutici e agevolato le pratiche per l’approvazione dei farmaci in commercio. Questa attività sarebbe stata ricompensata con denaro e regali.
Nella trasmissione televisiva Report, è stato mostrato un video dei Nas con il passaggio di mano di una bustarella da parte di un dirigente di una società farmaceutica a Rossi. Il Tribunale di Roma nel settembre del 2015 ha emesso la sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di Rossi e di tutti gli imputati.
Rossi è stato quindi “premiato” con la prestigiosa Rappresentanza permanente dell’Italia presso l’Unione Europea (per la quale c’erano anche altri candidati). Vorremmo sapere dalla Lorenzin il motivo per una simile scelta: forse perché nessuno meglio di lui rappresenta al meglio l’Italia renziana?