Bombe italiane all’Arabia Saudita? Ora indaghi il Tribunale dei Ministri

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Il servizio andato in onda ieri sera durante la trasmissione Le Iene, e che ha denunciato l’esportazione di bombe italiane verso l’Arabia Saudita dove vengono utilizzate contro i civili yemeniti, ha scioccato i telespettatori e destato enormi preoccupazioni.
Ma ha anche confermato la giustezza delle nostre denunce, già presentate più di un anno fa, a proposito di un coinvolgimento dell’Italia nel transito di ordigni all’Arabia Saudita che da oltre 19 mesi bombarda indiscriminatamente lo Yemen. Denunce che con il nostro portavoce al Senato, Roberto Cotti, abbiamo portato direttamente alla procura di Brescia, che oggi indaga sull’export di bombe dalla Sardegna all’Arabia.
Le irregolarità delle funzioni svolte dal Ministro Pinotti non si contano: dalla violazione della legge che vieta all’Italia la vendita di armi a Paesi in guerra e anche il semplice transito, alla possibile duplicazione dei codici rinvenuti sugli ordigni, passando per le smentite di Berlino fino ai voli mascherati per nascondere le responsabilità del nostro Paese. Abbiamo presentato interrogazioni su interrogazioni alla Camera e in Senato senza mai ricevere alcuna risposta nel merito.
Quel che si profila oggi, tuttavia, è la possibilità che da parte del ministro della Difesa siano stati compiuti dei reati ministeriali, così come da parte del titolare della Farnesina Paolo Gentiloni, visto che secondo la legge è il ministero degli Esteri che deve rilasciare un’autorizzazione per la vendita di armi a Paesi esteri. Lo ha fatto? Vogliamo saperlo. E visto che la Procura di Brescia ha già aperto un fascicolo sul caso, ci auguriamo che sia finalmente il Tribunale dei Ministri a valutare eventuali responsabilità di Pinotti, Gentiloni e, ovviamente, del premier Matteo Renzi nella vendita di armi ai sauditi.