Renzi chiude un occhio sulla vendita di armi agli sceicchi amici dell’ Isis

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La domanda da porsi è solo una: Renzi chiude un occhio sulla vendita di armi agli sceicchi che sponsorizzano Isis? A quanto pare sì. Lo dimostrano due foto di due bombe italiane non esplose rinvenute in Yemen. Esplose da chi? Ovviamente dall’Arabia Saudita, che bombarda il paese da quasi due anni per mantenere la sua supremazia nel Golfo.
Il punto è che la legge italiana, però, vieta al nostro Paese di vendere armamenti ad altri Paesi coinvolti in conflitti armati (legge 185/90). Non solo, anche il Parlamento Ue il 25 febbraio 2016 ha adottato una risoluzione che esorta gli Stati dell’Unione europea a sospendere immediatamente tutti i trasferimenti di armi o altre forme di sostegno militare all’Arabia Saudita.
I Saud, peraltro, sono stati accusati da più parti, Onu inclusa, di aver commesso crimini di guerra sul territorio yemenita. I numeri descrivono una carneficina: oltre 10.000 morti, 30.000 feriti e tre milioni di sfollati interni. Lo Yemen non c’è più, raso al suolo dagli attacchi sauditi e dalle nostre bombe.
Ma come fa il governo italiano ad autorizzare la vendita di armi a Riyad se la legge lo vieta? Renzi, Pinotti e Gentiloni l’hanno studiata (quasi) alla perfezione, quasi perché qualcosa gli è sfuggito. Sugli involucri delle bombe trovate in Yemen è stato infatti trovato un numero di matricola che rimanda al nostro Paese, più precisamente alla Direzione Generale degli Armamenti Aeronautici, quindi al nostro ministero della Difesa;
Lo stesso codice rimanda però anche a una terza società, tedesca, la Rwm, che ricostruendo la filiera sarebbe la società che per ultima ha inviato i nostri ordigni all’Arabia Saudita. Pensare che di recente ha aperto anche una filiale in Italia? Curioso no? Ebbene, il sospetto è che il governo Renzi la usi come prestanome per continuare a vendere armi agli sceicchi.