Amianto: la rete di spionaggio pro lobby è attiva anche in Italia?

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‘Amianto-gate’, dopo lo scoop del ‘The Guardian’ che ha scoperto reti dello spionaggio industriale che si sono introdotte all’interno di campagne anti-amianto, il governo italiano approfondisca eventuali infiltrazioni nel Piano Nazionale Amianto e nella azione legislativa nazionale. Lo chiede il Movimento 5 Stelle attraverso una interrogazione dei parlamentari Alberto Zolezzi ed Angelo Tofalo.
Domande più che legittime data la lentezza di attuazione anche di principi banali quali lo stop all’estrazione, alla produzione e all’importazione di materiali contenenti amianto.
In data 8 dicembre 2016 su The Guardian è apparso un articolo in cui si fa riferimento a un’inchiesta dell’alta corte di Londra che ha evidenziato un’infiltrazione del Segretariato Internazionale per la messa al bando dell’amianto (IBAS) da parte di K2, un’agenzia di spionaggio.
Laurie Kazan Allen, il coordinatore del Segretariato con base a Londra fu avvicinata nel 2012 da DNT, una persona attualmente anonima che si finse giornalista e dichiarò che stava realizzando un documentario sui rischi dell’amianto. K2 ha dichiarato di lavorare per una compagnia straniera e di aver raccolto solo pochi dati, in realtà raccolse fra l’altro tutto il materiale della campagna per la messa al bando dell’amianto in Thailandia, uno dei principali importatori mondiali di crisotilo. Particolare allarmante:il direttore del management della K2 a Londra è l’italiano Matteo Bigazzi.
Al momento la K2 non ha reso noto il committente estero della richiesta di infiltrazione.
“La politica degli ultimi governi non appare orientata ad affrontare minimamente il problema, anche nella legge di stabilità approvata il 7 dicembre 2016 non c’è traccia di defiscalizzazione per la rimozione di amianto né della chiusura della filiera, nonostante l’approvazione in Commissione ambiente alla Camera della risoluzione bipartisan Dallai-Zolezzi e altri in data 20 maggio 2015 che chiedeva lo smaltimento a filiera corta e sostenibile delle circa 40 milioni di tonnellate di materiale contenente amianto” spiegano i parlamentari del Movimento 5 Stelle Zolezzi e Tofalo nell’interrogazione.
L’amianto è stato bandito dal settore civile in Italia con la legge 257 del 1992 che ha sancito anche il divieto di importazione; l’Italia fino ad allora era il maggiore produttore europeo di amianto” spiegano i pentastellati Zolezzi e Tofalo. “Secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto Onlus i decessi da amianto sono stati circa 5.000 nel 2011 è nota l’importazione di amianto dall’India e dagli Stati Uniti su cui è stata aperta un inchiesta dalla Procura di Torino – continuano i parlamentari M5S nell’interrogazione – e presso la cava di Orune (NU) è stato estratto amianto fino a pochi mesi fa con un’inchiesta della Procura di Latina che sta valutando la commercializzazione di prodotti contenenti amianto in particolare nel settore della porcellana” concludono i pentastellati nell’interrogazione.