Appalti Consip: indagato per ‘soffiate’ su inchiesta, Comandante dell’Arma va sospeso

Del-Sette.jpg
Non bastava il caso dell’Ammiraglio De Giorgi, finito nello scandalo Tempa Rossa che a marzo scorso portò alle dimissioni di Federica Guidi. Ora un altro uomo ai vertici delle Forze Armate, nominato da Matteo Renzi, finisce nei guai, protagonista di una nuova sconcertante inchiesta.
Il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio del Sette, sarebbe indagato per favoreggiamento e rivelazione del segreto istruttorio nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti Consip, inchiesta che svela un preoccupante intreccio tra politica e imprenditori e che, come racconta oggi Il Fatto Quotidiano, arriverebbe a lambire anche il padre dell’ex presidente del Consiglio Renzi.
Si rimane sconcertati di come uomini che rappresentano le Forze Armate possano essere implicati in scandali e indagini per fatti tanto gravi e non ci sono dubbi che in attesa che la magistratura faccia il suo lavoro, Del Sette debba essere sospeso.
Del Sette è stato capo di Gabinetto del ministro della Difesa Pinotti, voluto ai vertici dell’Arma proprio da Matteo Renzi nonostante fosse già prossimo alla pensione e soprattutto colui che ha portato a compimento lo scellerato accorpamento del Corpo Forestale dello Stato dentro l’Arma dei Carabinieri. Nel 2017 scadrà il suo mandato e deve essere chiaro sin da subito che non ci sono le condizioni perchè il governo proroghi ancora la sua nomina: l’Arma dei Carabinieri merita un Comandante di assoluta trasparenza e rigore, davvero degno di portarne in alto il nome e l’onore.
L’accusa nei confronti di Del Sette è di aver spifferato ai vertici Consip l’indagine in corso a Napoli su appalti truccati e corruzione che coinvolgerebbe la Centrale acquisti della Pubblica Amministrazione. Alla luce di questa accusa gravissima, non può non tornare in mente la norma approvata la scorsa estate che estende alle forze di polizia civile quanto previsto nell’art.237 del Tuom (Testo unico dell’ordinamento militare) e che obbliga a riferire ai propri superiori, e non solo ai magistrati, l’esito di un accertamento e le informative di reato. Già all’epoca denunciammo con forza i rischi di questa forzatura, voluta dal Pd e dal governo, rischi di inquinamento delle indagini e di fuga di informazioni cruciali per il proseguimento delle indagini, rischi che ora sembrano essersi concretizzati tutti in questa ennesima storia di appalti e corruzione.
Ciò che emergerebbe da questa vicenda è molto preoccupante: vertici di forze di polizia che fornirebbero informazioni su indagini a carico di persone vicine alla politica, insomma un controllo politico sulle forze di polizia stesse che ne mina l’indipendenza.
Proprio per questo, torniamo a chiedere che Del Sette venga sospeso e che con il decreto milleproroghe si sospenda la soppressione del Corpo Forestale dello Stato, che da sempre con le sue indagini tocca interessi vicini alla politica.