Reddito di cittadinanza: per il M5S è una manovra, per il governo una “mancetta”

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Il governo Gentiloni/fotocopia riproduce con la consueta precisione le posizioni e le idee dell’originale, ovvero il governo Renzi. Dalla priorità alle banche al servilismo verso le lobby, fino all’abitudine a trattare i cittadini come miserabili a cui elargire elemosine.
Come quella del fasullo “reddito di cittadinanza” in salsa piddina, su cui oggi torna anche il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina: poche risorse, distribuite a caso, e senza nessuna attenzione reale per gli oltre 17.5 milioni di cittadini a rischio povertà. Stiamo parlando di quasi un terzo del Paese! Aspettiamo forse di ritrovarci come in Grecia, dove secondo le ultime drammatiche notizie non si riesce più a salvare neppure i malati curabili?
Il reddito di cittadinanza non è e non deve essere una momentanea boccata d’ossigeno per chi affonda, o un contentino per far tirare avanti i disoccupati, o peggio un’elargizione per tenere buoni gli scontenti e magari convincerli al voto. E’ un provvedimento strutturale, come ricorda anche la Commissione Lavoro del M5S che attende da 2 anni la discussione al Senato della sua proposta, è una misura che non solo serve ad azzerare la povertà più grave, ma serve anche a reintrodurre i beneficiari nel mondo del lavoro e nel contesto sociale, e a far ripartire l’economia attraverso i consumi, essendo, altresì, una vera e propria manovra economica.
Se il governo, una volta tanto, avesse intenzione di fare sul serio e di intervenire in modo responsabile, la nostra proposta sul Reddito di Cittadinanza è pronta ed in grado di contrastare fortemente il fenomeno della povertà in Italia: la dignità dei cittadini non può più aspettare.