Le note di linguaggio sono in realtà un bavaglio?

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Roma, 7 marzo 2017 – «Per la maggior parte degli italiani non vuol dire niente, ma nel mondo di militare sono temute e rispettate perché permettono alle gerarchie di tenere sotto controllo la comunicazione, anche per situazioni che poco c’entrano con la difesa dello Stato. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione alla ministra della Difesa Pinotti: per capire e chiarire in modo definitivo qual è il limite di utilizzo delle note di ingaggio“: lo dichiara Gianluca Rizzo, deputato M5S e membro della commissione d’inchiesta sull’utilizzo dell’uranio e della commissione Difesa alla Camera.
«Capisci che qualcosa non va quando ti rispondono nella stessa maniera o riportano le stesse notizie e la cosa più incredibile è che succede di fronte a membri di commissioni parlamentari e addirittura di fronte a organi giudiziari. Così probabilmente è successo per il caso Marò o per la morte dei militari Scieri, Ragno e Nasta», denuncia Rizzo.
«Adottate in tutte le missioni all’Estero, utili al personale militare per rapportarsi con civili e stampa è impropriamente abusato di fronte le autorità politiche e giudiziarie. Bisogna far cadere questo mondo di regole inutili che non permettono libertà di parola contravvenendo ai dettami della Costituzione Italiana. È vero che il mondo militare è sensibile alla sicurezza delle comunicazioni, ma non di fronte alle commissioni parlamentari o agli organi giudiziari: allora si superano i limiti del lecito».