Salviamo le guide turistiche italiane dalla direttiva EU che aiuta le lobby (video)


Non c’è solo Uber, che i taxisti accusano di concorrenza sleale e metodi da caporalato; non ci sono solo le multinazionali dei mercatini, che ambiscono a sottrarre il “posto in piazza” ai tanti venditori ambulanti onesti; ora arrivano anche le lobby internazionali del turismo, i grandi tour operator, che puntano a fare piazza pulita delle guide turistiche italiane.
Questa direttiva UE Bolkestein, con la scusa di “liberalizzare” il mondo del lavoro, sta facendo più danni di una guerra. E ogni giorno, sotto il Parlamento, ci tocca assistere con preoccupazione crescente alle proteste disperate di questa o quella categoria.
Oggi, appunto, è toccato alle guide turistiche. Alcuni portavoce M5S sono scesi in piazza Montecitorio per parlare con loro, e farsi raccontare cosa sta per succedere alla loro professione. Una figura professionale cruciale, nel Paese che vanta il 50% del patrimonio culturale mondiale e che (malgrado il malgoverno) è ancora ai vertici del turismo globale.
La direttiva prevede che le guide turistiche rientrino nel settore Servizi, rinnegando così la loro professionalità e omologandole ad altre figure dei Paesi europei che hanno qualifiche e standard formativi di gran lunga inferiori a quelli italiani. In questo modo si accontentano le lobby dei grandi tour operator, che vogliono venire in Italia a sfruttare le nostre ricchezze pagando quattro soldi i lavoratori, e si umilia la professionalità e il know how del Made in Italy, il cui valore aggiunto è dato proprio dal legame con il territorio. E pertanto va riconosciuto e pagato adeguatamente, uscendo da questa folle corsa al ribasso dei compensi dei lavoratori.
Il Pd ha promesso alle guide turistiche nuova leggi, decreti e altri interventi. Sarebbero dovuti intervenire prima a Bruxelles, inquadrando le guide turistiche, come già fatto con altre figure professionali, non all’interno della direttiva Ue sui Servizi Bolkestein ma in quella sulle Professioni.
D’altronde, i governi PD si sono sempre arresi al “ce lo chiede l’Europa”: perché stavolta dovrebbero disobbedire ai diktat degli Eurocrati, se non l’hanno fatto nelle sedi opportune quando ne hanno avuto occasione?