Libia, l’accordo Minniti/Serraj è un fallimento: sbarchi immigrati +46%

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Appena ieri, in Libia, era stato faticosamente raggiunto un accordo di cessate il fuoco tra il governo di Serraj riconosciuto dall’ONU e le milizie locali, dopo 4 giorni di combattimenti intensi a Tripoli.
Oggi però i combattimenti continuano. Il cessate il fuoco non è servito a nulla, ed è evidentemente frutto di un accordo che non ha nessuna credibilità. Ciò significa che la nostra rappresentanza diplomatica nella capitale è a forte rischio, e che i diplomatici italiani dovrebbero essere rimpatriati al più presto.
D’altronde l’avevamo previsto da tempo: per la precisione da quando il ministro Minniti ha scelto deliberatamente di riaprire l’ambasciata italiana nel Paese. Da allora, parliamo degli inizi di gennaio 2017, un’autobomba è esplosa nei pressi del nostro edificio, e da più parti la misura italiana è stata considerata “un’occupazione”.
In sintesi, tutto l’accordo siglato tra Minniti e al Serraj, che il governo italiano aveva definito la “svolta” nella lotta ai traffici di esseri umani nel Mediterraneo, si è rivelato un bluff. Secondo Frontex, il 99% dei 3mila migranti sbarcati ad Augusta nell’ultimo mese proveniva da Sabrata. Non solo, gli arrivi complessivi segnano un +46%. La prima misura da prendere, lo ribadiamo, è dunque ritirare subito i nostri diplomatici, prima che si ripeta un’altra tragedia come quella di Bengasi 2012 al Consolato Usa e, soprattutto, coinvolgere tutte le realtà rappresentative in Libia in un dialogo che apra un nuovo corso, di pace e stabilizzazione nella regione.
Commissioni Esteri/Difesa M5S Camera