Scuola, sul tempo pieno una “voragine” tra Nord e Sud

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Presentate alla Camera due interrogazioni per chiedere che il tempo pieno venga incrementato, soprattutto nelle Regioni del Centro Sud, dove è più deficitario


ROMA, 15 marzo – “Il Portale unico dei dati della scuola, recentemente inaugurato, certifica ufficialmente il divario enorme sul godimento di questo diritto tra gli studenti del Nord e del Sud Italia. Una situazione inaccettabile rispetto alla quale chiediamo al ministro dell’Istruzione a quali ragioni vada addebitata questa vera e propria “voragine”e quali siano le risorse economiche che il governo intende investire per contrastarla. Inoltre, al titolare del Miur chiediamo se sia a conoscenza delle motivazioni per cui gli Uffici scolastici regionali abbiano spesso respinto le richieste dei dirigenti scolastici di approvazione del tempo pieno, specie nelle regioni del Centro-Sud, quali la Campania.”.

Così i parlamentari M5s in commissione Cultura di Camera e Senato commentano le interrogazioni sul tempo pieno presentate dai deputati Luigi Gallo e Maria Marzana.

“Nell’interrogazione a prima firma Marzana vengono riportati i dati del citato portale, in base ai quali, ad oggi, su un totale su un totale di 917.058 studenti delle scuole primarie statali che usufruiscono in Italia del tempo pieno, ben il 58.5% frequentano scuole del Nord, il 26% scuole del Centro e solo il 15,5% sono iscritti in istituti del Sud e Isole. Entrando nello specifico: solo l’11,7% degli studenti iscritti nelle Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Calabria può avvalersi di questo diritto, mentre in Sicilia e Sardegna a frequentare la scuola a tempo pieno sono solo il 4,2% degli alunni. Al contrario la percentuale più alta si tocca al Nord Ovest, con il 38%”.

Nell’interrogazione a prima firma Gallo viene posta sotto la lente la situazione della sua regione, la Campania, “dove il tempo pieno, in molti casi, è una chimera quando invece dovrebbe essere strumento fondamentale per stabilizzare personale e disinnescare una situazione di instabilità sia lavorativa che sociale. La responsabile scuola del Partito Democratico, Francesca Puglisi, nel 2013 aveva preannunciato un incremento del tempo pieno, specie al centro-sud. Più recentemente affermazioni simili le faceva l’ex sottosegretario all’istruzione, Davide Faraone . Che fine hanno fatto queste dichiarazioni di intenti?”.

Infine, entrambe le interrogazioni presentate alla Camera sottolineano la assoluta necessità di un ingente investimento di risorse per consentire davvero l’entrata a regime del tempo pieno il quale, a sua volta, diventerebbe uno strumento fondamentale per l’assorbimento del personale docente vincitore di concorso, per gli insegnanti che partecipano alla mobilità regionale, per l’esigenza di ampliamento dell’organico per la scuola primaria e dell’infanzia. Tutto questo determinerebbe poi altre ricadute positive sulla didattica: il tempo pieno infatti è considerato uno dei servizi educativi principali per il contrasto alla “povertà educativa” e alla dispersione scolastica”.