‘Ndrangheta in Emilia: Bindi sia coerente, convochi Delrio e si indaghi su catasto Reggio Emilia

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ROMA 21 MARZO – “Rimaniamo basiti dalle dichiarazioni di Rosy Bindi su Reggio Emilia questa mattina nell’intervista alla Gazzetta di Reggio: abbiamo più volte chiesto in ufficio di presidenza che ci si occupasse della grave situazione delle infiltrazioni mafiose in cui versa la città di Reggio Emilia e ad oggi, il suddetto ufficio che lei presiede, non ha dato nessun riscontro” così i membri M5S della commissione antimafia e Maria Edera Spadoni, deputata reggiana insieme ai parlamentari M5S di Camera e Senato membri della Commissione antimafia.
“Abbiamo segnalato le problematiche relative al catasto, problematiche che, a nostro avviso, dovevano essere assolutamente approfondite. Ma dopo un’iniziale approvazione, si è prodotto uno stallo che non ha portato avanti le nostre richieste. Anche la lettera a mia prima firma che è stata portata all’attenzione di Rosy Bindi, non è stata presa sufficientemente in considerazione né dall’ufficio di presidenza, né dalla commissione antimafia” afferma la deputata reggiana M5S Maria Edera Spadoni.
Allarmanti sono poi le dichiarazioni del pentito di Ndrangheta Francesco Oliviero, in cui dichiara “avevamo collegamenti con le cooperative dell’Emilia, UNIECO, COOPSETTE e via dicendo fin dagli anni 90”. Cooperative con un chiaro orientamento politico.
Ricordiamo inoltre anche che la DDA sta indagando sulla discarica IREN di Poiatica e nelle intercettazioni di Aemilia troviamo Michele Colacino che in riferimento al settore trasporto rifiuti ai tempi della municipalizzata Agac di Reggio Emilia attiva fino al 2005 dichiara: «Reggio dipendeva dal Comune di Reggio . Fino a quando è stato così la mia cooperativa ha sempre pilotato le gare e non ci sono stati mai problemi».
“Un altro aspetto non tollerabile è che l’attuale Ministro Delrio non sia mai stato audito dalla commissione antimafia nonostante i gravissimi fatti che si stanno riscontrando nel processo Aemilia siano avvenuti proprio nel periodo in cui era il sindaco di Reggio Emilia, dal 2004 al 2014. Sono due anni che chiediamo che Delrio e la Spaggiari, sindaco di Reggio Emilia dal 1991 al 2004, vengano auditi in commissione antimafia. Il PD si è sempre opposto alla richiesta” proseguono i parlamentari.
La Bindi nell’intervista afferma che, tra le altre “il caso di Brescello è esattamente frutto della sottovalutazione, della non conoscenza e della negazione del fenomeno”e allora perché non audire chi, in quel periodo, governava il territorio? Oppure Brescello era governata dai marziani?
“Continuiamo a ribadire che si doveva fare molto di più e non limitarsi semplicemente ad affidarsi alla magistratura e all’attuale maxi processo in corso: ci doveva essere e ci deve essere un adeguato approfondimento da parte della politica su un territorio così appetibile alle mafie quale l’Emilia Romagna e Reggio Emilia in particolare” continuano i parlamentari M5S.
“Domani in ufficio di presidenza ribadiremo le nostre istanze e chiederemo ancora una volta di calendarizzare le nostre richieste; Rosy Bindi nella dichiarazione rilasciata alla Gazzetta di Reggio afferma che «Aemilia è un caso nel quale la politica e la pubblica amministrazione centrava davvero poco. È soprattutto un caso di corruzione mafiosa tra privati», affermazione assolutamente falsa: non possiamo dimenticare il caso del geometra Giulio Gerrini, ex capo del settore lavori pubblici nel Comune di Finale Emilia condannato a due anni e 4 mesi a processo Aemilia con l’accusa di abuso d’ufficio per aver favorito la ditta Bianchini negli appalti post terremoto nel Modenese”concludono Spadoni e i membri M5S della commissione antimafia.