Viaggio nella Sicilia militarizzata tra abusi e forzature

sicilia_uranio1.jpeg
Ecco il nostro viaggio in una Sicilia che vive soffocata tra depositi militari, antenne americane e territori bombardati.

Partiamo con una buona notizia:
le popolazioni che non voglio assistere impotenti alla violazione dei loro territori sono state ascoltate dai militari. Ed è un buon inizio.
È accaduto a Drasy, dove insiste un poligono inquinato da metalli pesanti e che potrebbe essere concausa dell’erosione della costa e a Niscemi, in cui la protesta per la “foresta di antenne” stride con la “foresta di sughero”.

Ma molto c’è da fare,
ed è quanto è emerso dai responsabili della sicurezza della base aerea di Sigonella e soprattutto ascoltando gli organi di controllo Arpa e il Comitato Misto Paritetico che non sembrano aver veramente a cuore le sorti dei siciliani, la loro salute, la loro sicurezza, le loro perplessità,

In Sicilia è come se la mano destra non sapesse ciò che fa la sinistra.
Cosi il Sindaco di Niscemi non sapeva della la mozione approvata in Parlamento nel 2014 per il monitoraggio in continuo delle emissioni elettromagnetiche del MUOS e delle 46 antenne della base NRTF; l’ARPA non ha informato i comitati NOMUOS in merito alle norme tecniche utilizzate per rilevare i parametri di emissione delle antenne di Niscemi; il comando regionale autonomo militare ha mostrato di avere un po’ le idee confuse su chi sia responsabile della sicurezza di Drasy, dove trasferire lo stesso e se sia o meno necessaria una bonifica a mare e a terra.
In tutto questo ci stanno ex militari malati che mostrano le loro ferite “non di guerra”, popolazioni stanche di essere militarizzate, niscemesi che respirano i veleni del petrolchimico di Gela e vengono bombardati da continue onde elettromagnetiche.

Abbiamo fortemente voluto un impegno da parte delle autorità competenti per una seria sorveglianza dentro e fuori le basi di Sigonella e Niscemi,
abbiamo chiesto un impegno ad ARPA affinché si faccia titolare di studi innovativi sugli effetti inquinanti da elettromagnetismo. Perché ciò che avviene a Niscemi, forse non succede in altre parti del mondo!

Per il poligono di Drasy abbiamo chiesto certezze
– e ci auguriamo arrivino presto – da parte dei responsabili militari della Sicilia in merito alle prossime bonifiche da fare e anche in merito al rispetto del riconoscimento della peculiarità della costa, unica nell’Agrigentino, con l’obiettivo di cercare, ove possibile, un altro sito per le esercitazioni militari.
Gianluca Rizzo
Giulia Grillo

portavoce M5S in Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito

Rizzo_Grillo.jpeg
Un’immagine della bellissima costa siciliana dell’agrigentino

sicilia_uranio2.jpeg