Hotspot: bocciata la nostra mozione

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“La mozione per la chiusura degli hotspot bocciata oggi dalla maggioranza, dimostra da una parte un completo asservimento ai diktat dell’Unione Europa e dall’altra una totale inefficienza delle politiche governative. A fronte del ricollocamento di ben 160mila migranti, l’Italia si era impegnata alla costituzione dei cosiddetti hotspot nei punti di sbarco dei migranti nei porti italiani. L’Europa al momento ha ricollocato poco più di 5mila migranti, solo questo dovrebbe condurre il governo all’immediata chiusura degli hotspot, se non altro per dare un segnale forte all’UE. Invece il governo che fa? Conferma gli hotspot esistenti, tra l’altro privi di qualsiasi fondamento giuridico, e promette di aprirne altri cinque. Questo atteggiamento di sudditanza è ingiustificabile”.
I membri M5S della commissione d’inchiesta Cie-Cara Marialucia Lorefice, Vega Colonnese e Giuseppe Brescia anche primo firmatario della mozione di chiusura degli hotspot sottolineano: “La mozione è stata bocciata, come era prevedibile, perché mette questa classe politica di fronte alla sue responsabilità. Quando si tratta il fenomeno migratorio il governo si nasconde sempre, sia quando vengo rubati i soldi che finiscono nelle tasche dei clan, sia quando si tratta di difendere la dignità dei migranti o l’incolumità degli uomini e delle donne che operano sul campo. In conclusione – dichiarano ancora i deputati pentastellati – se si considera che la revisione del Regolamento di Dublino di cui si discute in questi giorni è peggiorativa rispetto alla situazione del nostro paese e se pensiamo al fatto che sui 4,6 miliardi spesi nel 2017 per far fronte alla gestione di questo fenomeno l’Europa ci riconosce solo un centinaio di milioni, l’unica via percorribile sarebbe stata la chiusura di questi centri. Prendiamo atto che il governo è di tutt’altro parere e preferisce continuare a farsi prendere in giro dall’UE”.