Università: costo standard per FFo bocciato dalla Corte Costituzionale, serve intervento

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ROMA, 17 maggio – “Con la sentenza 104 dell’11 maggio scorso la Corte Costituzionale ha, di fatto, cancellato il principio della percentuale del Finanziamento Ordinario delle università (FFO) ripartita in relazione al costo standard per studente e fissata dal Decreto legislativo n.49 del 2012. Si tratta di un pronunciamento dalle evidenti ripercussioni ed è quindi necessario che il ministero dell’Istruzione chiarisca se interverrà, in tempi brevi, per applicare gli effetti della sentenza e se intenda adottare iniziative di tipo legislativo per reintrodurre criteri di finanziamento legati al costo standard”.


Così i deputati M5s commentano l’interrogazione rivolta al Miur a prima firma Gianluca Vacca.

“La Corte Costituzionale ha sostanzialmente dichiarato illegittimo il meccanismo di “costo standard per studente”, entrato in vigore nel 2014. Ricordiamo che il 56,2% del totale delle risorse economiche delle università statali è dal FFO. Tale fondo è distribuito tra gli atenei suddividendo una quota base – circa 4.725.922.155 di euro nel 2016 – e una quota premiale. Fino al pronunciamento della Corte il 28% della quota base era individuato in proporzione al peso di ciascuna università, come risultante dal modello del costo standard di formazione per studente in corso. Ora, alla luce di questa sentenza, gli effetti vanno necessariamente valutati e quantificati, mentre va rivista e modificata la normativa attraverso iniziative parlamentari che da parte del Governo. Questo pronunciamento potrebbe rappresentare l’occasione giusta per mettere in discussione anche la cosiddetta “quota premiale” che sta creando notevoli disparità finanziarie tra gli atenei. È indubbio che le istituzioni hanno il dovere di assicurare la continuità e l’integrale distribuzione dei finanziamenti per le università statali e di questo chiediamo conto al Miur”.