La farsa della manovrina: soldi al teatro di Barbareschi, nulla alle vittime del terrorismo

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Ennesimo ‘capolavoro’ della Casta bipartisan, ad opera dell’esponente di Forza Italia Giorgetti e del piddino Boccadutri, (quello che ha dato il nome alla legge sul finanziamento pubblico ai partiti, approvata in due settimane). I due deputati, a braccetto, hanno presentato un emendamento alla manovrina che portava i fondi previsti per salvare un teatro da 2 ad 8 milioni di euro, per il biennio 2017-2018. Naturalmente non un teatro “qualunque”: tali cospicui fondi sono stati elargiti all’Eliseo di Roma, un ente privato gestito da Luca Barbareschi in veste di direttore artistico. E Luca Barbareschi è il genero del potente Andrea Monorchio, ex ragioniere generale dello Stato. In una parola: Casta.
Casta che invece non sono le famiglie che hanno perso i loro congiunti a causa del terrorismo, e che si sono viste negare 5 milioni di euro, perché non ci sarebbe stata la necessaria copertura economica. Per loro, come di regola per tutti noi, “non ci sono i soldi”.
L’attore nega di aver avuto una corsia preferenziale, ma non si capisce come mai Fi e Pd abbiano approvato fondi per otto milioni di euro per salvare un teatro privato, negandoli a chi ne avrebbe avuto maggiore diritto. E’ ignobile, inoltre, anche il silenzio del ministro Franceschini che, se avesse veramente avuto a cuore l’incremento della cultura e della produzione artistica teatrale, avrebbe dovuto pretendere fondi non solo per gli amici degli amici, ma per tutti coloro che producono cultura a certi livelli. Sappiamo tutti quanto ce ne sia un disperato bisogno!
Il silenzio di tutto il Governo complice e l’indegna pantomima del viceministro Morando che, in commissione Bilancio, ha fatto finta di essere contro l’emendamento vergogna (a cui M5S ha votato contro) completa il quadro, e ci fa comprendere che i soldi vanno sempre e solo in una certa direzione: ovvero, mai quella dove davvero servono.
Laura Castelli, M5S Camera