Il NO del M5S alla “manovrina” – Video aula


Una manovra economica vera e propria, altro che “manovrina”, figlia degli errori di programmazione e della schiavitù del governo rispetto ai diktat dell’austerity.
L’Europa ci ha chiesto di pagare le marchette pre-referendarie elargite da Renzi nella legge di Bilancio. E ora bisogna mettere le toppe ai buchi. Anzi, alle voragini che rimangono da provvedimenti fallimentari come la voluntary-bis, l’ennesima sanatoria per i furbetti del fisco.
Le clausole di salvaguardia – ossia gli aumenti dell’Iva per l’anno prossimo – restano una Spada di Damocle sulla nostra testa. Ma intanto la manovra, tutta fondata su un recupero di evasione meramente presuntivo, si trasforma nell’occasione per i soliti favori agli amici della casta e per provare a salvare la faccia su alcuni clamorosi fallimenti normativi.
Dentro questo decreto hanno infilato, tanto per dire, il dossier Alitalia. E hanno provato a salvare il ministro Franceschini sul pasticcio della nomina dei direttori dei musei. C’è il regalo da 8 milioni al teatro Eliseo di Luca Barbareschi e, in contemporanea, il mancato finanziamento al Fondo dei familiari delle vittime del terrorismo e delle stragi. I partiti hanno infilato nella manovra persino un aumento delle pensioni di reversibilità a beneficio dei coniugi dei parlamentari e poi c’è la possibilità di cumulare i doppi incarichi per la politica locale.
Il MoVimento 5 Stelle vuole andare a votare il prima possibile: ogni giorno in più che questi partiti governano, è un giorno perso per ridare speranza agli italiani.