Caporalato, resta gap rete intermediazione

Foto No Cap.jpg
Roma, 6 giugno – “La cosiddetta legge anti caporalato (legge 29 ottobre 2016 n. 199), votata favorevolmente dal MoVimento 5stelle sia alla Camera che al Senato, sta iniziando a dare i suoi effetti sul piano dell’azione penale nei confronti di alcuni imprenditori e caporali. Resta ancora però da colmare il gap di un reclutamento sano dei lavoratori attraverso un sistema efficace di intermediazione tra domanda e offerta del lavoro agricolo sulla cui assenza nasce e si sviluppa il fenomeno del caporalato. Ad oggi infatti sono ancora inattuate quelle misure specifiche previste delle legge come il potenziamento della ‘Rete del Lavoro Agricolo di Qualità’ e la cabina di regia per la sperimentazione di strumenti per l’intermediazione lecita in agricoltura”. Così Massimiliano Bernini, deputato del MoVimento 5 Stelle della Commissione Agricoltura durante la presentazione del progetto ‘No Cap’, rete internazionale anti caporalato, in conferenza stampa alla Camera insieme con Yvan Sagnet, presidente associazione ‘No Cap’, e Angelo Consoli, Direttore Strategico ‘No Cap’. “Oltre alle leggi servono pratiche e modelli produttivi virtuosi e una filiera agricola etica, come previsto appunto dal progetto ‘No Cap’, che propone di tracciare e promuovere i prodotti etici, sia dal punto di vista sociale che ambientale, attraverso una ‘matrice multicriteri’ che mostri al consumatore il livello di rispetto, con un punteggio da uno a quattro, di cinque parametri: etica, energia, circolarità, valore aggiunto e filiera corta. L’obiettivo – conclude Bernini – è quello di creare un circuito di vendita alternativo attraverso le tante aziende agricole virtuose che vengono escluse dalla Grande Distribuzione Organizzata”.