#StopCeta: no al trattato che toglie spazi di democrazia e svende il made in Italy

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Il trattato commerciale fra Europa e Canada che l’Italia è chiamata a ratificare in questi giorni, sta passando a tutta velocità nel Parlamento italiano con il beneplacito del governo, dei ministri e del Pd, che non mancano di sottolineare il loro endorsement al testo che ci arriva dall’Europa.
Il MoVimento 5 stelle non può permettere che un accordo commerciale così importante come il Ceta venga approvato in fretta e in furia al Senato, prima in commissione Esteri, e poi in Aula, senza che vi sia il tempo congruo per leggere le 1057 pagine di cui è composto, e senza poter fare dei rilievi nel merito dei contenuti. Per una serie di ragioni.
La prima è che il Ceta toglie spazi di democrazia ai parlamenti nazionali. Ci sono numerose pagine non scritte, parti di accordo che non conosciamo e che dovremmo ratificare ad occhi chiusi. Vogliono farci compilare un assegno in bianco, e ciò che stiamo per vendere alle multinazionali e ai poteri forti sono i nostri spazi di democrazia, prima che commerciali.
La seconda ragione per non votarlo è che una volta firmato il Ceta, non avremo margini di rinegoziazione: questo accordo infatti è irreversibile. Pertanto, prima di verificare se le regole contenute in questo trattato siano utili o meno, la prima cosa che dobbiamo chiederci è se domani potremo cambiarle e come, e la risposta purtroppo è negativa.
La terza ragione per non farlo passare è che quando sembra che ormai il TTIP sia scongiurato, scopriamo che il Ceta potrà essere lo strumento per far rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta: un trattato che permetterà di triangolare gli Stati Uniti con il Canada. Per non contare che molte nazionali come la Monsanto hanno sede in Canada. È un trattato che può avere impatti negativi sull’agricoltura, citiamo soltanto il rischio di introduzione degli ogm, e anche le numerose associazioni che abbiamo audito hanno rivelato le nostre stesse perplessità.
La quarta ragione per non votarlo è che basta un Parlamento che dica no per farlo decadere, essendo un trattato misto, e ci auguriamo che sia l’Italia fare questo passo, visto che è uno dei primi paesi arrivato alla ratifica. Il MoVimento 5 stelle presenterà una questione pregiudiziale di costituzionalità e metterà in campo tutte le iniziative possibili per fermare l’approvazione del Ceta.
La quinta ragione per rispedirlo al mittente è che il governo italiano è da tempo schierato in favore della ratifica, e il ministro dello sviluppo economico Calenda non perde occasione per parlare positivamente di questo trattato. Ricordiamo che il Ceta non porterà alcun beneficio alla crescita economica, visto che il Pil potrebbe aumentare dello 0,01% all’anno.
Di ragioni ce ne sono ancora molte altre, il MoVimento 5 stelle farà opposizione in Parlamento. Continuerà ad informare i cittadini su questo assegno in bianco che il governo, a partire da Gentiloni, passando per i suoi ministri, vuole farci sottoscrivere supinamente. Ne faranno le spese il made in Italy, l’agroalimentare, le Pmi, i servizi pubblici che riguardano anche la salute, i piccoli produttori e i consumatori. Solo per citarne alcuni.
Vogliamo far saltare il banco apparecchiato dall’Europa con il Ceta e dobbiamo farlo subito, al Senato e alla Camera. #StopCeta