La resistenza anti-microbica è un’emergenza, ma il Ministero della Salute la trascura

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Il Piano nazionale di contrasto alla resistenza anti-microbica avrebbe dovuto essere una priorità, già esecutivo. Il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie ha rilevato in Italia una situazione di grave minaccia.

ROMA, 27 giugno 2017 – “Il Piano nazionale di contrasto alla resistenza anti-microbica avrebbe dovuto essere una priorità. Il Ministero della Salute aveva fatto sapere che sarebbe stato pronto entro la primavera ma ora comunica che la commissione appositamente costituita sta ancora lavorando alla sua versione finale. Versione per la cui stesura si attendeva il parere sul Piano dell’Ecdc (Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie) i cui esperti, che hanno compiuto un’ispezione nel nostro Paese nel gennaio 2017, sulla situazione dell’Italia hanno espresso un giudizio molto severo che dovrebbe indurre ancor di più il Ministero a trattare la resistenza anti-microbica come una priorità nazionale per la tutela della salute. Un approccio emergenziale che però non riscontriamo da parte del ministero di Lungotevere Ripa”.

Così i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Affari Sociali commentano la risposta del ministero della Salute rispetto all’attuazione della mozione a prima firma Matteo Mantero approvata dalla Camera lo scorso gennaio.

“In un Paese, il nostro, nel quale il consumo di farmaci antibiotici in ambito umano è tra i più alti d’Europa, gli esperti dell’Ecdc hanno rilevato che esiste una situazione dell’anti microbiotico resistenza nelle Regioni e negli ospedali italiani che rappresenta una grave minaccia per la salute. Se nel prossimo futuro l’effetto dell’Amr non sarà limitato, alcuni interventi chirurgici chiave saranno compromessi.

I segnali sono inconfutabili e confermano quanto già noto: in Italia la resistenza agli antibiotici è tra le più elevate d’Europa. Ogni anno, dal 7% al 10% dei pazienti va incontro a un’infezione batterica multiresistente e la situazione di rischio in corsia è estremamente alta. I decessi, soltanto nel nostro Paese vengono calcolati nell’ordine di 5-7 mila all’anno. Di fronte a questa emergenza attendere non è più possibile e il Ministero, insieme con il governo, dovrebbe adottare provvedimenti urgenti che non vediamo. La situazione di gravità è tale da richiedere risposte altrettanto perentorie”.