Aemilia: Delrio imbarazzante, in tribunale si è contraddetto rispetto a quanto detto alla DDA nel 2012
ROMA, 19 luglio 2017- “È davvero un atto grave e politicamente a dir poco imbarazzante che Delrio, ieri chiamato a testimoniare come teste della difesa di diversi imputati al processo Aemilia contro la ‘ndrangheta, abbia dato una versione diversa da quella da lui resa nel 2012 alla DDA. Reputiamo questa deposizione un atto grave a livello politico” così il capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione antimafia Giulia Sarti e la parlamentare pentastellata reggiana Maria Edera Spadoni commentano la deposizione di ieri in aula a Reggio Emilia. “Elenchiamo qui di seguito i vari passaggi in cui si è contraddetto: – ieri il Ministro ha smentito di aver partecipato alla processione del Santissimo Crocefisso a Cutro, feudo del boss Nicolino Grande Aracri, e di aver assistito solo alla messa. Ma nella deposizione del 2012, disse invece che aveva partecipato alla processione e che non ricordava se gli fosse stata indicata la casa di Nicolino Grande Aracri. “Nella deposizione di ieri -continano le due parlamentari – dichiara che “Fu con l’azione mirata del prefetto De Miro che la coscienza a Reggio divenne per fortuna molto più forte”. Nella deposizione nel 2012, invece, Delrio aveva detto di non aver “Mai avuto per osservazione diretta” una “testimonianza” della presenza della ‘ndrangheta sul territorio; -sempre ieri ha affermato che “Sapevamo che a Brescello c’era la presenza della famiglia Grande Aracri, conoscevamo i processi e le condanne definitive e quindi sapevamo che nel territorio reggiano in senso lato, cioe’ in provincia c’era questa presenza” mentre il 17 ottobre 2012 con il procuratore capo Roberto Alfonso e il pm della Dda Marco Mescolini -che lo sentirono all’epoca come persona informata dei fatti- Delrio ai pm, relativamente al boss Grande Aracri, disse che: “Sapevo che era calabrese ma non che fosse di Cutro” ” incalzano le due parlamentari del M5S.
“Non dimentichiamo le parole del procuratore nazionale antimafia Roberti ad ottobre 2014: “Se tu in occasione delle elezioni che si fanno qui in Emilia vai a fare campagna elettorale in Calabria, vuol dire che sai che l’appoggio o il non appoggio alla tua elezione viene dalla Calabria non dall’Emilia” e quelle del giornalista Tizian su L’Espresso quando scriveva che l’atteggiamento di Delrio non è piaciuto ai magistrati poiché «Un amministratore pubblico, non può sottovalutare certe azioni dal forte valore simbolico per chi detiene il potere criminale su un territorio» ” continuano Sarti e Spadoni.
“Inoltre Delrio si arrampica sugli specchi quando afferma di aver portato dall’allora Prefetto De Miro -che si stava occupando delle interdittive antimafia- tre consiglieri cutresi solo per sfatare «il fatto che nella comunità cutresi non ci fossero persone perbene». E’ ora di finirla con questa storia dei cutresi discriminati” continuano le due deputate.
“Sono troppi poi i “non ricordo” in merito alle accuse mosse da Bini – ex presidente della Camera di Commercio- che non gli aveva fatto mistero che “qualcosa di particolare stava accadendo nel mondo dell’ autotrasporto” proseguono.
“Il M5S è da un anno è mezzo che chiede che Delrio venga ascoltato in commissione antimafia ma l’Ufficio di Presidenza della commissione non ha mai accolto la nostra richiesta. Il Pd si dovrà assumere la responsabilità politica di tale scelta” dichiara Sarti membro di della commissione antimafia.
“E’ inoltre grave che ancora non abbia ricevuto nessuna risposta da parte del Governo alla mia interrogazione dell’ 11 febbraio 2015 -sottoscritta da tutti i deputati del MoVimento 5 Stelle- in cui chiedevo la rimozione di Delrio da sottosegretario alla Presidenza del Consiglio vista la dimostrata incapacità di contrastare il radicamento della criminalità organizzata e la costante sottovalutazione del fenomeno durante il suo mandato in qualità di sindaco della città di Reggio Emilia dal 2004 al 2013” conclude Spadoni.