Mafia e corruzione: la responsabilità è anche di questa classe politica!

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La mafia sta prendendo da tempo il controllo dell’amministrazione dello Stato e dei soldi pubblici dei cittadini grazie all’ignavia della classe politica. Gli ultimi arresti in Lombardia che hanno portato all’arresto del sindaco di Seregno voluto da FI e Lega Nord lo confermano: politicamente i responsabili sono i partiti, i politici e i governi, tanto di destra che di sinistra. Il sistema ormai è chiaro: si basa sul legame tra mafia, politici nazionali, locali e regionali, imprenditori e funzionari pubblici ed è finalizzato alla corruzione, agli affari illeciti, al voto di scambio, al conferimento senza gara di lavori pubblici, al riciclaggio, alla truffa, alla sottrazione di soldi pubblici dalle casse dello Stato.
Anche quest’ultima inchiesta è stata scoperta grazie alle intercettazioni. Ed ecco allora il motivo per il quale l’attuale Governo vuole limitare e, addirittura, escludere le intercettazioni – per legge – dalle indagini per i reati di corruzione.
Poi abbiamo sempre il solito accordo: il voto di scambio elettorale politico – mafioso tra delinquenti che portano voti ai politici di turno che ricambiano con favori che si traducono nel furto di soldi pubblici. E cosa fanno i partiti ed in particolare il PD di Renzi? Depotenziano il 416 ter cp, l’articolo del codice penale che sanziona proprio lo scambio elettorale politico-mafioso.
Quando vengono scoperti e nei rari casi in cui inizia un processo, questo è destinato a concludersi in un nulla di fatto grazie alla prescrizione. E cosa fanno i partiti? Si oppongono ad una seria riforma di questo istituto, bocciano le proposte che prevedono la sospensione dei termini di prescrizione dal rinvio a giudizio e si oppongono, dunque, come Stato a garantire la certezza della pena. Risultato: politici, amministratori pubblici, imprenditori, mafiosi che anche quando è certo che hanno rubato, sfuggono alla condanna e anche se condannati continuano a gestire la cosa pubblica. Ecco il motivo per cui i partiti non vogliono neanche il Daspo, ovvero l’interdizione perpetua ad avere rapporti con la PA, per tutti i condannati di corruzione.
Come se non bastasse, partiti di centro-destra e centro-sinistra si oppongono all’introduzione di nuovi strumenti utili alle indagini, pensati per far emergere il malaffare, quali l’introduzione nel nostro ordinamento dell’agente infiltrato e sotto copertura, il whistleblowing (cioé le nuove forme di tutela per chi collabora con la giustizia), o l’estensione della confisca dei beni agli indiziati per corruzione. Il motivo di questa opposizione é semplice: queste innovazioni normative metterebbero in grado gli inquirenti e forze dell’ordine di…. colpire loro stessi, i partiti, i loro dirigenti, le loro fonti di finanziamento lecite ed illecite. La verità è che questa classe politica è complice e parte integrante del problema: un sistema corruttivo, che attanaglia la pubblica amministrazione, sempre più gestito dalle mafie.
Liberiamocene presto!