Leonardo/Finmeccanica: fornitori hi tech e difesa pagati a 300 giorni. Che fine faranno?

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Si scrive Leonardo, si legge Finmeccanica: l’azienda italiana più importante nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza. Maggiore azionista il Ministero dell’economia e delle finanze italiano, con una quota di circa il 30%.
E’ uno dei superstiti “gioielli” tra le grandi aziende di Stato, con 7 Divisioni operative che si occupano di Elicotteri, Velivoli, Aerostrutture, Sistemi Avionici e Spaziali, Elettronica per la Difesa Terrestre e Navale, Sistemi di Difesa, Sistemi per la Sicurezza e le Informazioni. Forse i settori più delicati della Repubblica.
Oggetto degli appetiti internazionali, che vorrebbero metterci le grinfie; spesso usata dai politicanti italiani come carrozzone in cui piazzare amici obbedienti e soci potenti, Leonardo-Finmeccanica vive da anni un tira e molla tra la definitiva dismissione e il ritorno ai vecchi fasti. Nel frattempo, fa quello che fanno la gran parte delle aziende di Stato: ovvero, non paga i fornitori.
L’ha scoperto il MoVimento 5 Stelle, che ha già depositato una interrogazione in proposito.
La Leonardo (Finmeccanica) spa, infatti, ha un indotto che coinvolge decine di aziende private della piccola e media impresa italiana e quindi migliaia di lavoratori con le loro famiglie in tutto il territorio nazionale e in particolare al Nord. I ritardi nei pagamenti da parte della Leonardo nei confronti di queste PMI raggiungono 120 giorni, con punte addirittura di oltre 300 giorni.
Uno scandalo che già conosciamo e si ripete regolarmente per tutti gli appalti dello Stato, che riduce imprenditori e PMI alla disperazione per poi mandare Equitalia a finirli. Ma in questo caso è persino più grave.
Si tratta infatti di aziende con due particolarità: lavorano e investono in altissima tecnologia, proprio quella che governi e UE continuamente lamentano come “carente” nel nostro Paese; si occupano di questioni delicatissime, spesso classificate e che riguardano la sicurezza nazionale, come la cybersecurity, i sistemi d’arma, i sistemi spaziali, la difesa. E’ possibile che aziende che lavorano in settori chiave per la Repubblica debbano vivere nell’incertezza, nella disperazione, magari rivolgersi agli strozzini? Il rischio è che falliscano e finiscano sul mercato acquistate da concorrenza estera, che potrebbe in tal modo mettere le mani su alta tecnologia e prezioso know-how che per il nostro Paese sarebbero persi per sempre.
Alle sollecitazioni del M5S l’amministratore delegato di Leonardo (Finmeccanica), Profumo, ha risposto così: “Sarà uno dei temi alla mia attenzione”. Liquidando le imprese, i lavoratori e la sicurezza nazionale come solo “uno dei temi”, e probabilmente non il più urgente.
Per questo, il M5S chiede un immediato intervento del Ministro dell’Economia e delle Finanze per risolvere la grave situazione: il MEF è il principale azionista di Leonardo ed è scandaloso che non effettui controlli sulla regolarità dei pagamenti verso i fornitori. Ne va, questa volta, anche della nostra sicurezza.
Tatiana Basilio, MoVimento 5 Stelle Camera, Commissione Difesa