Appalto Consip da 66 milioni di euro: l’Antitrust multa 4 multinazionali e dà ragione al M5S

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Con un’interrogazione al Senato a prima firma Castaldi, del 5 aprile 2016, segnalavamo al Ministero dell’Economia e delle Finanze le evidenti anomalie di una gara da 66,5 milioni di euro bandita dalla Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione. Con questa gara Consip voleva fornire allo Stato e ad alcune amministrazioni locali un supporto in termini di sorveglianza ed audit sui programmai cofinanziati dalla Ue (i cosiddetti fondi europei). Tra le società partecipanti alla gara ce ne erano 4, Deloitte, Kpmg, Ernst&Young e Pwc, le maggiori società di revisione e consulenza mondiali, che agivano coordinate in modo da spartirsi un lotto ciascuna dei 9 totali dell’appalto. Bastava leggersi l’istruttoria dell’Agcom per capire come queste multinazionali stessero violando i più basilari principi sulla concorrenza, e in particolare l’art. 101 del Trattato di funzionamento dell’Unione Europea, che vieta “tutti gli accordi tra imprese, tutte le decisioni di imprese e tutte le pratiche concordate che […] abbiano per oggetto o per effetto di impedire, restringere o falsare il gioco della concorrenza all’interno del mercato interno ed in particolare quelli nel […] ripartire i mercati o le fonti di approvvigionamento“.
Eppure la nostra interrogazione è rimasta senza risposta e il governo come al solito si è girato dall’altra parte, almeno fino a quando il Fatto Quotidiano di oggi ha riportato la notizia della multa da 23 milioni che l’Antitrust ha inflitto alle 4 società. Le motivazioni della multa sono del tutto simili a quelle che il M5S evidenziava nell’interrogazione dell’aprile 2016: le società si incontravano per spartirsi preventivamente i lotti della gara, agendo “a scacchiera”, cioè facendo sì che una delle quattro società presentasse un’offerta molto vantaggiosa (con sconti fino al 35%) nel singolo lotto, per poi abbassare di molto lo sconto (10-15%) nei lotti successivi, lasciando spazio alle altre società alleate. Di fatto non si verificavano mai sovrapposizioni tra le offerte più vantaggiose, in modo da non interferire nel processo di spartizione.
A questo punto torna di stretta attualità la nostra interrogazione e soprattutto la parte finale di essa, in cui chiedevamo al MEF di intervenire sia sul caso specifico che sulle successive gara indette da Consip. Sul caso avevamo anche girato un breve video esplicativo, che trovate qui sotto: