Chi sta smantellando il 41bis, e perché?


“Si ragioni sul limitare il numero di persone da sottoporre al 41-bis.” Questa la gravissima affermazione di Santi Consolo, direttore del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria. La ragione sarebbe che non ci sono carceri adeguate per la restrizione al 41bis dei mafiosi più pericolosi, e quindi invece di costruire nuove sezioni, si chiede di non applicare il regime del carcere duro ai criminali più pericolosi in Italia.
Ma la questione del 41 bis è molto più articolata, ed ha necessitato di un’interpellanza per chiarire i troppi punti che messi in fila disegnano un vero e proprio smantellamento silenzioso del carcere duro in Italia. La prima emergenza riguarda il GOM, il Gruppo Operativo Mobile che è preposto proprio alla sorveglianza e tutti gli altri servizi per i detenuti al 41bis e a cui recentemente si è aggiunta anche la sorveglianza dei terroristi detenuti nelle nostre carceri.
All’aumento di compiti è corrisposta una diminuzione di organico, ed una diminuzione di risorse economiche assolutamente non giustificata con l’eliminazione della figura del “funzionario delegato” che permetteva una gestione autonoma delle risorse, che invece è stata data al nucleo scorte. Le unità del Gom sono diminuite da 619 a 593 negli ultimi sette anni, nonostante la previsione di 821 unità, ora ridotta all’obiettivo delle 620 unità quando ne servirebbero 200 in più per garantire controlli seri.
A questa situazione si aggiunge la nuova circolare varata il 2 ottobre, che di fatto allarga le maglie per i mafiosi detenuti: gli avvocati possono consegnare atti processuali su supporto informatico, ma nessuno ha tenuto conto che potrebbero diventare un mezzo per comunicare ordini all’esterno. Il garante nazionale dei detenuti, poi, svolgerà colloqui riservati: tale disposizione va contro la legge, dato che non c’è nessuna norma dell’ordinamento penitenziario che possa permetterlo.
Sui garanti locali, regionali e comunali, non c’è chiarezza se possano effettuare visite o colloqui riservati dato che si parla di “incontri”, con tutti i rischi che ne derivano. La circolare allenta anche i controlli sulle telefonate, giornali e denaro, senza che vi sia un parere vincolante della Direzione Distrettuale Antimafia. Si prevede poi l’eliminazione del vetro divisorio nei colloqui con un minore, affermando il principio che i figli possano abbracciare i padri: ma c’è il rischio che i minori vengano usati per inviare “pizzini”. Sarebbe da sottolineare che i padri potrebbero fare scelte diverse, piuttosto che quella di delinquere, se davvero tengono ai propri figli. La circolare introdotta inoltre non ha avuto nessun passaggio in commissione Antimafia, nonostante un anno e mezzo di lavori preparatori e di interlocuzioni tra DAP, Ministero della Giustizia e Garante dei detenuti. Di fatto quello che si sta creando è un indebolimento del 41 bis, a danno dei cittadini e della sicurezza dello Stato.
I parlamentari del MoVimento 5 Stelle delle commissioni Giustizia e Antimafia hanno presentato un’interpellanza al ministro Orlando, attraverso i portavoce Giulia Sarti e Vittorio Ferraresi, ma le risposte del governo sono state del tutto deludenti.
Gli Stati Generali voluti da Orlando vogliono superare l’ergastolo ostativo, presidio di sicurezza per i cittadini e lo Stato, già questo la dice lunga sulle reali intenzioni di combattere le mafie in questo Paese. Inoltre, dobbiamo preoccuparci di un materasso ortopedico mentre le celle dei detenuti comuni sono delle vere e proprie gabbie sovraffollate. Sono molto più furbi i boss delle intenzioni di questo Governo e delle forze messe in campo. E’ vergognoso che non si acceleri la costruzione della nuova sezione a Cagliari e non ci sia un piano carcerario per i 41bis, visto che l’art.2 della circolare prevede carceri dedicate proprio a questi detenuti.
La realtà dei fatti è che la risposta del ministero di Giustizia è avvilente piuttosto che insufficiente. Siamo gli unici che si stanno rendendo conto di quanto sta accadendo: stanno dando campo libero alle mafie. Non è un’esagerazione, siamo fortemente preoccupati e sembra che a nessuno interessi. C’è un disegno articolato di smantellamento del 41bis, che sembra provenire da molto lontano, dagli anni del “papello di Riina”. Da una parte non abbiamo ancora nessuna risposta sui mandanti esterni delle stragi, ma diamo permessi di necessità a pioggia ai mafiosi con le pronunce della magistratura di sorveglianza, dall’altra parte le carceri sono sovraffollate, gli agenti della polizia penitenziaria allo stremo, mezzi e strutture che cadono a pezzi eppure ci sono le necessità e i diritti dei boss da garantire.
I diritti devono essere garantiti nel rispetto della legge, dei cittadini e della sicurezza dello Stato, un concetto che non sembra stare a cuore a questo Governo. Noi non dimentichiamo i tentativi di concedere sconti di pena e benefici penitenziari ai detenuti mafiosi da parte dei governi Letta-Renzi. Li abbiamo fermati, ma il loro progetto di smantellamento del 41 bis sta andando avanti. Loro stanno cercando di favorire le mafie nelle carceri, noi continueremo ad opporci per non permetterglielo.
Portavoce M5S Camera Giulia Sarti e Vittorio Ferraresi; Portavoce M5S Commissioni Giustizia e Antimafia