Manovra, emendamento truffaldino per privatizzare Enac

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ROMA, 13 dicembre – “Con una mossa degna di un prestigiatore, Sinistra Italiana sta cercando di privatizzare l’Ente Nazionale dell’Aviazione Civile (ENAC), attraverso un emendamento, a firma dei deputati Pastorino e Marcon, presentato proprio in queste ore alla Legge di Bilancio. E lo fa utilizzando il ricatto occupazionale per giustificare la sua mossa”. Lo dichiara Arianna Spessotto, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Commissione Trasporti alla Camera.
“Il colpo di mano di Sinistra Italiana è una forzatura anche nel metodo, oltre che nel merito: la misura per privatizzare l’Enac è stata inserita in un’altra area tematica rispetto ai criteri di suddivisione e, se da un lato apre la strada alla deroga alle assunzioni in Enac, dall’altro prevede anche la sua trasformazione in Ente Pubblico Economico, utilizzando come ‘copertura’ l’emendamento sulle assunzioni. – spiega Spessotto – Questo vergognoso tentativo di far passare sottobanco la trasformazione giuridica dell’Ente, snaturando la sua identità giuridica, ricalca la volontà del Governo che, con un emendamento PD al Decreto Fiscale – poi bocciato nella sua riformulazione – aveva già cercato di modificare il Codice della navigazione nel senso auspicato dal Presidente di Enac, Vito Riggio: sottraendo di fatto al controllo dello Stato le competenze istituzionali di regolazione e vigilanza del settore svolte da Enac e avvicinandola all’ambito privatistico dove operano gli stessi soggetti su cui l’Ente dovrebbe vigilare”.
“Come MoVimento 5 Stelle abbiamo denunciato con forza a tutti i livelli istituzionali, e da ultimo anche con un’interrogazione parlamentare i tentativi e le continue pressioni esercitate per privatizzare l’Enac e che ora rischiano di compromettere definitivamente la sua autonomia. Non c’è dubbio che l’Enac stia attraversando un momento di grave difficoltà e carenza di organico ma la soluzione, che deve partire da una completa ristrutturazione dell’Ente, non è certo quella di privatizzarne le funzioni, con conseguente indebolimento delle sue capacità d’intervento e lasciando aperta la strada ad un’aggressione dei soggetti controllati nei confronti del proprio controllore, a tutto vantaggio di quanti perseguono interessi di parte e non della collettività”, conclude Spessotto.