Bankitalia: i dati dimostrano il fallimento delle politiche d’austerità

“Il bollettino di Banca d’Italia sulla possibile recessione tecnica nel quarto trimestre 2018 e la revisione delle stime di crescita per il 2019 non sono altro che la certificazione del totale fallimento delle politiche di austerità europee. Mentre in questi 10 anni il mondo cresceva, l’Europa e in particolare l’eurozona si è persa nelle tragiche regole che si è imposta da sola”, spiegano i deputati delle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera del MoVimento 5 Stelle.
“L’Italia, come altri Paesi, ha attraversato una crisi lunghissima dalla quale non è mai realmente uscita. I timidi segnali di ripresa dell’ultimo periodo sono stati il frutto di una breve e passeggera congiuntura internazionale positiva, con l’economia mondiale trascinata da Cina e Stati Uniti, e con fattori esogeni favorevoli quali il basso prezzo del petrolio e l’euro debole. I miopi burocrati di Bruxelles si sono illusi che questa congiuntura astrale durasse per sempre, mentre loro portavano avanti le loro fallimentari politiche. Basti pensare alla Manovra 2018 targata Gentiloni che ha portato gli investimenti pubblici al loro minimo storico. Oggi non possiamo che raccogliere i frutti di questa visione miope”, proseguono.
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“Col senno del poi ci rendiamo conto di quanto assurde fossero le richieste del Partito Democratico e di Bruxelles di portare il deficit nel 2019 allo 0,8%. Cosa dovremmo aspettarci quest’anno se avessimo seguito le loro indicazioni? A novembre la produzione industriale tedesca è crollata dal 5,1% su base annua, quella dell’eurozona del 3,3%, contro il 2,6% italiano. Fortunatamente abbiamo portato a casa una Manovra del Popolo che archivia il sentiero recessivo nel quale ci avevano incanalati i precedenti governi, che punta sulla crescita degli investimenti pubblici e su misure sociali redistributive come il Reddito di Cittadinanza e Quota 100. La prossima battaglia si giocherà alle elezioni europee di maggio dove i cittadini europei saranno chiamati a rinnovare completamente la politica europea, mandando a casa chi ha portato l’Europa sull’orlo del precipizio”.