L’Italia è un modello in Europa per lo screening neonatale

“L’Italia è l’unico Paese in Europa che prevede lo screening neonatale esteso e gratuito per tutti i nuovi nati per 40 malattie metaboliche ereditarie. Un traguardo, che ci rende all’avanguardia a livello internazionale, che abbiamo raggiunto grazie alla legge di Paola Taverna e che da pochi mesi abbiamo rafforzato in Legge di Bilancio. Un mio emendamento approvato in manovra, infatti, ha esteso lo screening a ulteriori malattie, di cui solo recentemente sono state individuate delle cure efficaci, come le patologie neuromuscolari su base genetica, le immunodeficienze congenite severe e le malattie da accumulo lisosomiale”. Lo dichiara Leda Volpi, deputata del MoVimento 5 Stelle in commissione Affari sociali, intervenendo il 30 gennaio a Bruxelles al convegno “Screening neonatale allargato. Verso un modello comune europeo. L’esempio virtuoso del sistema italiano”. “In questo modo potremo salvare molte vite e ridurre disabilità importanti. È un vantaggio sia per tante famiglie italiane sia per lo Stato che, nel lungo periodo, beneficerà di minori costi in termini di assistenza sanitaria, ad esempio visite, ricoveri e protesi”, prosegue Volpi.
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“Il modello italiano è all’avanguardia non solo per il numero di patologie oggetto di screening neonatale ma anche per la progettazione di una rete di presa in carico collegata”, ricorda nel corso del convegno il Dr. Carlo Dionisi, responsabile dell’unità operativa di Patologia metabolica dell’ospedale Bambino Gesù di Roma.
“I legislatori devono stare al passo con il progresso scientifico e non possono non tenere conto che negli ultimi anni stiamo vivendo una rivoluzione copernicana per quanto riguarda il trattamento delle malattie geniche. Oggi disponiamo di nuovi farmaci in grado di modificare sensibilmente il decorso naturale di malattia e cambiare la vita di questi pazienti. Oggi c’è una grande disparità in termini di offerta di screening neonatali nei vari Paesi europei e l’Italia in questo è lo Stato membro capofila virtuoso. Ci auguriamo pertanto che anche altri Paesi europei seguano l’esempio del modello italiano”, conclude la deputata Volpi.