Presentata legge per fermare la vendita di armi a Paesi in guerra

bombe-MK841.jpg
La notizia che la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti d’America ha approvato la fine del sostegno militare all’Arabia Saudita, coinvolta nel sanguinoso conflitto in Yemen, ci riempie di gioia. Ci auguriamo che la decisione verrà confermata dal Senato e recepita dall’amministrazione Trump.
Il tema dello stop della vendita di armi a Paesi in guerra, sollevato da Luigi Di Maio e dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta e contenuto anche nel contratto di governo, è sempre stato a cuore al Movimento 5 Stelle e ora passiamo dalle parole ai fatti con la presentazione di un disegno di legge ad hoc”. Lo dichiara il senatore Gianluca Ferrara, capogruppo M5S in Commissione Affari Esteri di Palazzo Madama.
“Abbiamo constatato come la legge italiana 185/90 – la prima a vietare esportazioni militari verso Paesi in guerra o che violano i diritti umani – sia stata regolarmente aggirata, permettendo la vendita di armi poi utilizzate in conflitti armati, uccidendo anche civili. È successo in Yemen con le bombe vendute all’Arabia Saudita. Non deve succedere più!
Non lo possiamo tollerare! Per questo ho depositato al Senato un disegno di legge che modifica l’attuale normativa, rendendo più chiari e stringenti i criteri di individuazione dei Paesi a cui non possiamo vedere armi, con una ‘lista nera’ di Stati continuamente aggiornata, con la sospensione delle forniture già autorizzate anche verso Paesi alleati e in presenza di accordi di cooperazione militari, con l’estensione dei divieti anche alle armi leggere e con un nucleo interforze che dovrà controllare il rispetto della legge da parte di tutti i soggetti coinvolti.
Il mio disegno di legge affida da un lato maggiori poteri di controllo e di indirizzo al Parlamento su questa materia, dall’altro rende più chiara la responsabilità politica del Governo reintroducendo il comitato interministeriale guidato dal Presidente del Consiglio che avrà l’ultima parola sulla vendita di armi. La legge che ho proposto prevede anche l’introduzione di un fondo per facilitare la riconversione dell’industria bellica verso il settore civile e ‘dual use’ e un impegno concreto per contrastare a livello internazionale traffici illeciti di armi e triangolazioni”.