Decreto Crescita: Sventato attacco privati alla diligenza. Gestione idrica post Eipli resta in mano pubblica

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Roma, 17 giugno – “Con l’emendamento all’articolo 24 del decreto Crescita, a mia prima firma, limitiamo soltanto a Mef e Regioni la possibilità di acquisire quote della società che sostituirà la Eipli, l’Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania ed Irpinia. La Società per azioni prevista dalla legge di Bilancio del governo Gentiloni a fine 2017 non potrà dunque avere soggetti privati nel suo pacchetto azionario, nemmeno fondazioni e partecipate delle Regioni. Dopo un lungo braccio di ferro evitiamo dunque che soggetti privati possano scalare la nuova società, ipotesi che pure è emersa in questa fase emendativa del decreto e che il Movimento 5 Stelle ha respinto con decisione. Grazie al nostro intervento si potenzia dunque la presenza dello Stato in un settore complesso e con gravi carenze”. Lo afferma la deputata del Movimento 5 Stelle in commissione Ambiente Federica Daga, prima firmataria e relatrice della proposta di legge sull’acqua pubblica.
“Una blindatura che interviene a valle di un processo di liquidazione già avviato dal 2011 dal governo Monti, nei confronti di un ente pesantemente indebitato e non più in grado di provvedere alla manutenzione delle infrastrutture. In questo momento storico è stato impossibile mantenere il servizio in capo a un ente pubblico indebitato e commissariato da otto anni e la forma della Spa ereditata dai passati governi consente di non gravare sul deficit pubblico, cosa che invece in base al fiscal compact sarebbe accaduta nel caso di un soggetto di diritto pubblico. Sganciare il nuovo ente del bilancio pubblico significa anche sgravarlo di un pesante fardello di debiti, la sola esposizione finanziaria ammonta a 80 milioni, e di contenziosi. La forma della Spa consente poi di garantire il passaggio degli attuali 150 lavoratori di Eipli al nuovo soggetto senza la necessità di un nuovo concorso, conservando così anche le competenze tecniche e il patrimonio di esperienza maturata” prosegue Daga.
“A chi ci accusa di aver aperto le porte alle privatizzazioni, dunque rispondiamo con i fatti: la privatizzazione sarebbe stata il naturale portato dell’assetto prefigurato dai precedenti governi. Senza di noi finanza e speculatori avrebbero assaltato la diligenza impadronendosi delle risorse idriche del Sud. L’assetto che esce dal decreto Crescita invece consente di guardare con fiducia al futuro, sia in termini di controllo in mano esclusivamente pubblico della società sia in termini di qualità e quantità degli investimenti messi già in cantiere grazie al lavoro incessante che stiamo conducendo con il Mit e il Ministero dell’Ambiente dall’inizio della legislatura” conclude la deputata del Movimento 5 Stelle.