Sanità: Con legge defibrillatori più vite umane salvate e risparmi per lo Stato

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La patologia cardiaca è una delle prime cause di decesso in Italia, mentre il tasso di utilizzo dei defibrillatori prima dell’arrivo del soccorso su soggetti colpiti da arresto cardiaco in ambiente extraospedaliero è molto basso (6,4%), specialmente se confrontato con quello medio di altri Paesi europei (15-20%). Attualmente, però, la presenza di un defibrillatore è obbligatoria a livello nazionale solo negli impianti sportivi e solo durante le gare. Ciò non è razionale, anche perché meno dell’1% degli arresti cardiaci si presenta durante le attività sportive e nella maggior parte dei casi avvengono durante l’allenamento piuttosto che in gara.
Con questa proposta di legge ufficializziamo la ‘laicità del soccorritore’ estendendo quanto più possibile l’uso dei DAE (Defibrillatori automatici e semiautomatici esterni) e promuovendo la cultura della rianimazione in vari modi, esplicitando che chiunque utilizzi un defibrillatore esterno anche senza formazione sarà esente da responsabilità per colpa. Non si può immaginare che chi tenta di salvare una vita possa pensare di rischiare conseguenze giudiziarie.
Il testo si presenta anche come soluzione importante per la razionalizzazione della spesa pubblica sanitaria. Diffondere l’uso di DAE infatti, vuol dire aumentare notevolmente il tasso di sopravvivenza. Ogni anno, inoltre, muoiono circa 4.200 giovani e 2.100 bambini. Per questo prevediamo anche l’installazione obbligatoria dei DAE in tutte le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie, e incentiviamo l’insegnamento della rianimazione cardiopolmonare di base e dell’uso del DAE. Con questa legge non solo salveremo migliaia di vite, ma permetteremo anche allo Stato di risparmiare milioni di euro.