Evasione: la pagliuzza del sig Corsi e la trave delle multinazionali

robertocorsi.jpg
La stampa codina e benpensante ha attaccato il MoVimento per la nostra difesa di Roberto Corsi, il piccolo commerciante cosentino strangolato dalle tasse che ha compiuto il gesto estremo di portare il registratore di cassa fuori dal negozio e di non emettere più scontrini. Il Fisco vessatore, occhiuto, complicato, stratificato ha messo alla fame Corsi. La foresta di codici, norme, commi e circolari ha fatto impazzire persino il suo commercialista. Il piccolo esercente ha detto: “Piuttosto offro ai miei clienti uno sconto del 21%”. E ha consegnato il proprio documento di identità: “Preferisco essere clandestino in Italia perché almeno posso guadagnare 36 euro al giorno, quanto prendono i clandestini”.
I giornali e i giornalisti di sistema hanno alzato il sopracciglio e hanno bacchettato: “Il MoVimento 5 Stelle inneggia all’evasione. Grillo esalta l’infedeltà fiscale”. Nessuno di loro, però, ha sprecato una goccia di inchiostro per denunciare quanto avviene in questi giorni a Montecitorio. La Delega fiscale in discussione alla Camera contiene, tra l’altro, una revisione dell’abuso di diritto (elusione fiscale) che sembra scritta dalle grandi banche e imprese per loro stesse. L’elusione è l’insieme delle pratiche che soprattutto le multinazionali, servendosi di consulenti bravi ed esperti, mettono in atto per beneficiare di vantaggi fiscali indebiti senza però violare le norme tributarie. Pratiche corrette, risultati illeciti: ecco il segreto. E ciò si può fare grazie alle mancate armonizzazioni fiscali tra i vari Paesi e alle complessità normative che favoriscono le opacità e gli abusi.
Il M5S sta combattendo queste norme in Parlamento. Ma la grande e libera stampa tace. D’altronde è molto più facile prendersela con il povero signor Corsi: lui di sicuro non tirerà mai fuori un soldo per finanziare una tv o un giornale.