Costituzione: quando è sceso in piazza tutto il MoVimento
Erano i primi giorni di settembre, e si discuteva in aula la modifica dell’art.138.
Il MoVimento 5 Stelle alla Camera ha avviato due clamorose iniziative di resistenza: la discussione ad oltranza (57 ore di seguito in aula, evento senza precedenti) e l’occupazione del tetto di Montecitorio per sensibilizzare l’opinione pubblica.
In contemporanea l’intero MoVimento è sceso in piazza in tutta Italia, con oltre 400 punti informativi da Merano a Lampedusa (Constitution Days e Costituzione in MoVImento). Non una mera manifestazione, ma un’opera di vera informazione capillare ai cittadini su un argomento complesso e delicato.
Nessuno, nessun rappresentante di altre forze politiche o di quegli intellettuali che tanto si riempiono la bocca di “Costituzione” ha dato man forte al MoVimento 5 Stelle. Tutti zitti.
Inclusa ovviamente la stampa, che invece di parlare di Costituzione si è occupata della pipì dei parlamentari sul tetto. Indecorosa come sempre.
Per la nostra azione in tutela della Carta Costituzionale ci siamo invece beccati una sospensione e una multa, disdegno e prese di distanza.
Oggi qualche smemorato rimprovera il MoVimento di non aver aderito a manifestazioni altrui. E perché dovremmo? Nessun sepolcro imbiancato si sporca le mani con noi, nessuno si sogna di aderire a nostre iniziative neppure quando sono sacrosante e condivise.
Hanno la stampa che li incensa come salvatori della Patria per una manifestazione che nulla ha portato ai cittadini, se non un po’ di pubblicità ai partecipanti, perché hanno bisogno di noi?
Siamo alle solite. Ci si aspetta che appoggiamo supinamente governi di altri, di quegli stessi che vedrebbero con orrore un governo proposto da noi. Ci si aspetta che accorriamo obbedienti a eventi di altri, di quegli stessi che hanno stigmatizzato con disgusto la nostra identica battaglia.
A casa nostra questa si chiama strumentalizzazione. Un vecchio trucco. Che puzza di stantio anche quando è nobilmente avvolto nella bandiera.