“Euro, mercati e democrazia”, il convegno di Pescara

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L’incontro su “Euro, mercati e democrazia 2013 – Come uscire dall’euro“, organizzato dall’Associazione a/simmetrie del Prof. Bagnai e dal Dipartimento di Economia dell’Università “Gabriele d’Annunzio ” di Pescara, è stato un momento importante di confronto internazionale che ha avuto il merito di alimentare il dibattito su un tema ignorato dalla stampa e considerato tabù da una classe politica che sistematicamente ha mentito sulla moneta unica: l’insostenibilità dell’euro e la necessità per l’Italia di uscire dalla moneta unica.
Smantellare l’Eurozona per salvare l’Europa. Questo il filo conduttore dell’incontro cui i deputati Arianna Spessotto, Stefano Vignaroli, Vega Colonnese, Carlo Sibilia e Andrea Colletti presenti tra il pubblico in sala, hanno voluto partecipare per informarsi ed informare i cittadini su un tema che deve essere posto all’ordine del giorno del dibattito politico nel nostro Paese.
Un confronto altamente costruttivo quello che ha visto gli interventi dei relatori sulle prospettive dei Paesi periferici e sugli effetti della politica economica di austerity. E’ stato anche affrontato il tema della necessità di ridiscutere i Trattati istitutivi della Comunità Europea, affinché siano realmente compatibili con la nostra Costituzione, nonché dei problemi che la moneta unica pone alla sopravvivenza della democrazia.
E’ indubbio come l’attuale crisi dell’Eurozona stia mettendo a rischio l’esistenza stessa dell’Unione europea, ed è nostro interesse che l’Ue torni, al più presto, alla crescita economica che rappresenta la migliore garanzia per la stabilità e la prosperità in Europa. Siamo tutti chiamati al senso di responsabilità, alimentando il dibattito formativo e contribuendo alla diffusione di un’informazione equilibrata.
All’interno di questo dibattito ci inserisce la necessaria e quanto mai urgente ridiscussione del Fiscal Compact, un euro-trattato capestro, ratificato da PD-PDL-Centro durante il Governo Monti, che entrerà in vigore nel 2014 e che costringerà l’Italia a diminuire il debito pubblico per 50 mld all’anno per 20 anni. Per ottemperare a questo onerosissimo impegno, pari a 1000 miliardi di euro in 20 anni – l’attuale governo ed i prossimi saranno costretti a svendere il patrimonio pubblico, iniziando dalle migliori aziende (poche) rimaste pubbliche, ed aumentando ulteriormente le tasse, tagliando i servizi.
Come MoVimento rappresentativo di cittadini che vogliono (e devono) essere informati per poter assumere decisioni in maniera responsabile, il M5S ritiene che sia un dovere della politica italiana, cui nessuno può sottrarsi, decidere il prima possibili e per il bene del Paese sul futuro dell’Europa e sulle riforme da attuare. L’unica cosa da non fare è continuare a bluffare, cercando di tenere in vita (ancora per poco) un’Italia senza sovranità.