La Cancellieri, e il silenzio di Stato.

cancellieri.JPG

Ci sono volti che non si possono vedere. Hanno voci e storie indimenticabili.
Raccontano di solitudini e tradimenti, di scelte nette senza ritorno e senza rimorsi, nonostante tutto. Ma anche di silenzi. Silenzi di Stato.
Il volto di Valeria in questa intervista è oscurato. Imprenditrice e madre, Valeria da anni è costretta a vivere nell’ombra, in regime di protezione, da testimone di giustizia.La sua voce ha denunciato e fatto condannare una delle famiglie mafiose più potenti di Palermo.
Di fronte al suo grido di rabbia, la politica è rimasta spesso sorda. Lei ha scritto, denunciato, chiedendo aiuto per la sua famiglia in pericolo, per la sua terra che ha dovuto abbandonare, ribellandosi alla mafia e alla vuota retorica dell’antimafia.

Correva l’anno 2012 quando scrisse ad una donna che le appariva forte, sicura e capace. Immaginava che lei potesse capirla, sostenerla, anche solo con una parola, uno sguardo. Farla sentire meno sola. Ma l’allora ministro dell’Interno – un nome a caso – Cancellieri, non le rispose mai.

Gli “atti di umanità”, come quello per la signora Ligresti non erano ancora di moda o forse Valeria non aveva un cognome abbastanza importante.

Quante Valeria ci sono in Italia? Di quanti cittadini con le spalle al muro per aver fatto il loro dovere civile non sappiamo niente?

Intervista realizzata da Nicola Biondo e Matteo Ponzano