Decreto Scuola: l’arroganza del Governo riduce i senatori a passacarte


Il passaggio al Senato del DL Scuola, dati i tempi ristretti, non ha permesso lo svolgersi della legittima attività legislativa nella camera alta del Parlamento. Il Movimento 5 Stelle critica le larghe intese, colpevoli di aver dilatato oltremodo i tempi di esame alla Camera, a causa di dissapori e contrasti interni ad una maggioranza ormai sempre più palesemente inadeguata a svolgere il suo ruolo.
I portavoce del MoVimento 5 Stelle della Commissione Istruzione e Cultura denunciano a gran voce l’ennesimo oltraggio alla Costituzione. Un oltraggio ancora una volta perpetrato tramite lo svilimento del ruolo legislativo di una delle due camere del Parlamento, questa volta il Senato, offendendo il principio del bicameralismo perfetto.
L’esame del DL Scuola alla Camera dei Deputati, in scadenza l’11 novembre, si è protratto oltre ogni ragionevole tempistica a causa di una maggioranza formata da PD e PDL in continuo conflitto interno, incapace di trovare un accordo entro tempi consoni al fine di permettere un passaggio sereno al Senato del decreto stesso.
Nonostante in Commissione Istruzione e Cultura quasi tutte le forze politiche abbiano manifestato il loro disagio e il loro disappunto per non poter procedere con la normale attività legislativa, i tempi ristretti non hanno permesso di poter modificare in alcun modo il testo del decreto, nemmeno sui punti in cui i Senatori di tutte le forze politiche hanno mostrato forti perplessità all’unisono, relegandoli al ruolo di meri “passacarte” succubi di un sempre più concreto monocameralismo zoppo.
L’unica attività permessa è stata la presentazione di Ordini del Giorno, tramite i quali i Senatori della Commissione Istruzione e Cultura del Movimento 5 Stelle sono riusciti ad ottenere il parere favorevole ad impegnare il Governo su vari temi importanti quali:
• L’apertura di sportelli di ascolto nelle scuole come supporto psicologico agli alunni;
• Libri di testo misti cartacei/digitali adeguati agli alunni diversamente abili;
• Incentivare il prolungamento dell’orario per didattica integrativa per la prevenzione della dispersione scolastica;
• Controllo sui contratti dei docenti delle scuole paritarie;
• Ad assegnare le risorse per il wireless solo alle scuole secondario di secondo grado e in proporzione alla cubatura degli edifici, per tutale al contempo salute degli alunni e utilizzo delle risorse;
• Pagamento ferie non godute a personale precario;
• Riorganizzazione classi di concorso di matematica;
• Prevedere il 100% delle coperture dei posti sul sostegno prima dei tempi indicati dal Decreto;
• Costituizione di un organico funzionale di istituto;
• Utilizzazione del personale interno delle scuole per eventuali corsi di aggiornamento degli insegnanti;
• Valutare l’opportunità di vietare la vendita di prodotti alimentari all’interno degli istituti scolastici sconsigliati per il benessere degli alunni;
• Migliorare l’offerta formativa assieme al regolamento per il reclutamento del personale negli Istituti AFAM;
• Applicare uno sconto sulle tasse universitarie per studenti diplomatisi con 100;
• Nomina del Consiglio Direttivo ANVUR direttamente da parte del Comitato di Selezione;
• Ridefinizione del calcolo dei punti organico delle università per ridurre sperequazioni che penalizzino oltremodo le università virtuose;
• Valutare l’opportunità di ripristinare la divisione delle aree disciplinari di sostegno per la scuola secondaria e di secondo grado;
• Assunzioni nelle università ed enti di ricerca di personale a tempo determinato anche con fondi ordinari;
• Valutare la possibilità di reperire i fondi per la copertura finanziaria del decreto diversamente dalle risorse del MIUR.
Tuttavia, questi risultati non possono in alcun modo ritenersi un degno sostituto del corretto svolgersi dell’attività emendativa da parte dei senatori.
Molto del lavoro svolto dal gruppo del MoVimento 5 stelle si è arenato nelle secche create da una maggioranza sempre più smarrita, ma ancor più grave è che a causa di ciò si sia arenato anche il tentativo di ridisegnare un paesaggio, rimettere la Scuola, l’Università e la Ricerca dentro una “visione d’insieme”, affrontandone la complessità e le derive più spinose.
Per tali motivi, il M5S si è astenuto dal voto sul Decreto Scuola.
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