Province: il Governo chiede aiuto ai 5 Stelle, ma è un bluff

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Tutti i partiti si sono affannati, in campagna elettorale, a promettere l’abolizione delle Province per poi scoprire che non si può: occorre una modifica alla Costituzione. Così, intanto, il Governo vorrebbe svuotarle, farle diventare una scatola vuota, in attesa che si istituisca la commissione per le riforme costituzionali. Sì, proprio quella della deroga al 138 che dovrebbe ridisegnare l’assetto istituzionale dello Stato. Ed è difficile per il Governo, e la sua variopinta maggioranza, riuscire a tirare le fila. E che fa? Quatto quatto prende contatti col MoVimento 5 Stelle per avere una sponda, sapendo che noi siamo gli unici a volere realmente l’abrogazione.
D’accordo, si può fare – rispondono i deputati della commissione Affari Costituzionali – basta semplicemente seguire le regole: stralciare l’abolizione delle province dal pacchetto di riforme al vaglio dei “saggi”, approvarla in Parlamento e procedere alla riorganizzazione complessiva degli enti locali. La risposta del Governo è ovvia: “Giammai”.
Per cui bisogna mettere in allerta i cittadini: il governo dirà di aver eliminato 4.500 posti di amministratori locali delle province. Non è vero. Si risparmieranno (forse) i gettoni di presenza ma tutto l’apparato delle Province rimarrà in piedi se non, addirittura, duplicato con l’istituzione delle “città metropolitane”. Le funzioni verranno raffazzonatamente distribuite tra ancora più uffici con ancora maggiore disorientamento dei cittadini e delle imprese.
Il M5S dice: abolire realmente, ora, le Province con la procedura costituzionale, e accorpare i comuni sotto i 5mila abitanti. Per farlo, incoraggiamo la fusione di comuni attraverso incentivi economici e l’esclusione per 5 anni dal patto di stabilità. L’incandidabilità (e innominabilità) per i responsabili di dissesto finanziario. Dirigenti società controllate a titolo gratuito. Così, per dirne qualcuna. Magari il Governo ci sente, oppure vuole solo i voti del M5S?