Energia: la commedia dell’assurdo dei sindacati

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Abbiamo ascoltato, in audizione alla Camera, i sindacati confederali sui temi della SEN (Strategia Energetica Nazionale): è stata un’esperienza surreale, ai confini della realtà.
Uno spettacolo da commedia dell’assurdo. 

Per prima arriva la Cgil, che fa presente come il nostro costo dell’energia sia superiore del 30% rispetto ai costi tedeschi, dato però smentito da Assorinnovabili che parla di un mero 10% sulle utenze delle piccole e medie imprese. Ma la Cgil rincara, dicendo che il termoelettrico va salvaguardato mettendo in campo iniziative stile capacity payment (ovvero, pago per tener fermi gli impianti). Ineffabile.
Non sarà che, come spesso ci ha abituati, il sindacato del “popolo” più che a portare avanti una politica energetica giusta e sostenibile tenda a tutelare il bacino di tessere sindacali vicino a Enel ed Eni?
Il M5S si chiede: come mai non ci hanno parlato del sostegno dato dal mercato delle rinnovabili ai livelli occupazionali? Forse perché non hanno iscritti e tessere in quei settori, nessuno da proteggere.
Dopo la Cgil è arrivata la Cisl, e siamo al circo. Prima ha affermato la necessità di lanciare le smart-grid e le smart-city, avallando un modello di generazione elettrica “orizzontale” e diffuso tra gli utenti. Poi però, con un triplo carpiato acrobatico, ha finito per sostenere il contrario: un modello basato sulla generazione centralizzata, e persino fantomatiche centrali a “carbone pulito” che sappiamo bene non appartenere al mondo reale. La Cisl ha addirittura riproposto la solita presa in giro delle royalties come compensazioni per le popolazioni interessate.
Ma come può la Cisl fare finta di credere che le compensazioni economiche rappresentino un valido strumento per i cittadini interessati dallo sfruttamento del sottosuolo (ad esempio Basilicata e Piemonte)? Come si può non capire che le casse dei nostri comuni sono vuote, e che ormai sempre più spesso accade che gli stessi, per poche decine di migliaia di euro, arrivino a svendere la salute dei cittadini e l’integrità ambientale dei nostri territori?
La sfilata è stata chiusa dal sindacato Ugl (quello in cui si è fatta le ossa una della statura di Renata Polverini, tanto per capirci). E la sigla di centrodestra ha proposto una grande innovazione: gli inceneritori (o termovalorizzatori, secondo la neolingua) come parte integrante della gestione energetica del Paese! Insomma, una bella idea filo-confindustriale come le altre che abbiamo ascoltato in audizione. 
Una sola cosa unisce in armonia tutti i sindacati, l’idea che sia necessario puntare sui soliti rigassificatori.
Che tristezza.
M5S Camera Commissione Attività Produttive