Per D’Alia la lotta alla corruzione può attendere

dalia.jpgSapevate che l’Italia occupa il 69esimo posto (con Ghana, Macedonia e Isole Samoa) su 175 paesi nella classifica sulla corruzione percepita? Sapevate che esiste una normativa anticorruzione e un’autorità preposta (l’Anac, ex Civit)? E sapevate che la legge è rimasta lettera morta e che ancora non sono stati neanche nominati i responsabili anticorruzione?
Queste domande sono state poste dalla deputata Fabiana Dadone al ministro Gianpiero D’Alia. In prima istanza, voleva porle al ministro dell’Interno Angelino Alfano il quale, come suo costume, ha scaricato l’onere sul collega titolare del dicastero sulla Funzione pubblica.
La risposta di D’Alia sta tutta nella sua prima frase: “Non credo che sarà soddisfatta“. E infatti ancora una volta siamo di fronte a una “non risposta” di questo governo. O forse anche peggio. Al netto della disastrosa situazione italiana, delle difficoltà procedurali per nominare i responsabili anticorruzione, cosa ha deciso di fare il governo? Il solito: rinviare, rimandare.
E’ stata concessa una proroga al 31 gennaio 2015 proprio dal Ministro D’Alia per il deposito della relazione annuale sui i risultati dell’attività svolta per prevenire e limitare la corruzione. Forse si attendere di scendere ancora di più in classifica e fare compagnia a Somalia e Nord Corea.