Titolo V: come Renzi e Berlusconi vogliono imporre ai cittadini Tav, centrali e cemento
Renzi e Berlusconi preparano la grande truffa della contro-riforma dell’articolo V della Costituzione. Ovvero: come impedire da Roma che le comunità locali fermino democraticamente opere inutili, dannose e costose come il Tav, centrali inquinanti, autostrade senza senso.
Il condannato in 1° grado dalla Corte dei Conti Renzi ed il condannato per frode fiscale ed espulso dal Senato Berlusconi, riprendendo la bozza dei “saggi di Napolitano” sono pronti a varare non solo una legge elettorale truffa ma anche una riforma costituzionale che uccide la volontà democratica dei cittadini sul territorio.
Come? “Riformando” (le virgolette sono d’obbligo) il Titolo V della Costituzione ed affidando allo Stato in maniera esclusiva competenze come energia, grandi opere e tanto che ci siamo magari pure l’edilizia e le professioni.
Un pò di storia. Il Titolo V della Costituzione fu riformato nel 2001 dall’allora governo di centrosinistra.
La riforma del 2001 prevedeva che diverse competenze passassero dallo Stato alle Regioni. Una riforma costituzionale che democraticamente ottenne il via libera da oltre 10 milioni d’italiani (64,2% di SI) che si espressero tramite un referendum.
Dopo oltre dieci anni l’esperienza ha dimostrato che la gestione regionale di alcune materie come la Sanità, è stata fortemente negativa. Sono aumentate spaventosamente clientele, corruzione e debito pubblico. Ricordate gli scandali della Sanità in Lombardia e Lazio?
Casualmente Renzi e Berlusconi non si occupano di Sanità come propone il Movimento 5 Stelle.
Propongono invece di centralizzare totalmente la produzione e distribuzione nazionale di energia e le grandi opere…
Il perchè è presto detto. Con energia e grandi opere in mano esclusiva dallo Stato, le comunità locali direttamente interessate non potranno più opporsi democraticamente ad opere devastanti per il loro territorio.
Stiamo parlando per fare qualche esempio del Tav, di centrali inquinanti, di autostrade inutili come la Cispadana o la Orte-Mestre che vogliono solo i signori del cemento e devasteranno il territorio.
Infine con questa oscena proposta si mette un freno al processo di democratizzazione dal basso della produzione dell’energia, da realizzare attraverso reti locali alimentate da fonti rinnovabili ed interconnesse tra loro.