Svuotacarceri, M5S: provvedimento offensivo per i cittadini onesti
La Svuota carceri diventa legge. Fucksia (M5S): “Provvedimento offensivo per cittadini onesti e per Stato di diritto”. Non c’è tre senza quattro. Con 147 voti favorevoli, 95 contrari e nessun astenuto il Senato ieri ha approvato definitivamente il provvedimento di conversione in legge del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, il famigerato “Svuotacarceri”. Negli ultimi tre anni questo è il quarto decreto sull’argomento.
Nessuna novità: ennesimo decreto (quattro solo questa settimana, nel bel mezzo della formazione del nuovo Governo), ennesima fiducia. Il M5S si è speso con tutte le forze per cercare di migliorare quello che
non è altro se non un vero e proprio indulto mascherato. “Questo provvedimento – ha affermato la cittadina portavoce al Senato Serenella Fucksia – è offensivo per i cittadini onesti e per uno Stato di diritto che riconosce piena cittadinanza alla certezza della pena ed al suo valore etico”.
Tra i vari emendamenti, il Movimento 5 Stelle ne ha presentato uno a prima firma Fucksia che avrebbe consentito agli istituti penitenziari di sostenersi attraverso il lavoro e la formazione dei detenuti, mediante l’attribuzione di una quota della retribuzione di chi lavora durante la permanenza in carcere nelle casse dello Stato alla voce fondi per le spese di mantenimento dei detenuti.
“Il nostro emendamento – ha proseguito Fucksia – mirava a ribadire il principio secondo cui la pena del carcere deve essere una pena umana, scontata nel rispetto della dignità dell’individuo. L’espiazione della
pena e la rieducazione della persona però, non devono rappresentare, oggi più che mai, un costo sociale gravante sulle tasche della collettività, ma sul medesimo soggetto che ha ignorato le regole della civile
convivenza”.
La risposta dell’ aula? Emendamento improponibile!E così, da un lato la certezza della pena diventa sempre di più utopia. Dall’ altro il lavoro carcerario resta un privilegio per pochi, e lo Stato ci perde su tutti i fronti. In base al rapporto ‘Senza dignità’ redatto lo scorso anno dall’associazione Antigone, il numero dei detenuti impiegati è il più basso dal 1991. Secondo il report dal 2012 a oggi a lavorare sono stati meno del 20% del totale dei reclusi. Con buona pace del fatto che il lavoro dietro le sbarre sia obbligatorio, necessario, e potrebbe contribuire a migliorare la situazione disastrata delle carceri italiane.