Renzi, Europa: il discorso in aula di Paola Carinelli

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Presidente, Lei l’altro ieri in conferenza stampa dopo l’incontro con la Merkel ha detto che bisogna “mantenere il limite del 3%”. Ma Lei è la stessa persona che il 2 gennaio ha detto che il limite del 3% è un parametro vecchio che va superato (esatte parole: “E’ evidente che si puo sforare, è un vincolo anacronistico che risale a 20 anni fa”).
Lei è la stessa persona che due settimane prima di licenziare il suo collega Letta, gli diceva di stare sereno, è la stessa persona che il 14 gennaio (un mese prima di prendersi Palazzo Chigi) diceva che “il rimpasto di governo non è all’ordine del giorno, l’idea che uno vinca il congresso e chieda posti nell’esecutivo è quanto di più vecchio e stantio si possa immaginare”. Sappiamo tutti come sono andate le cose solo un mese dopo.
E che dire delle eterne promesse del suo Pd su preferenze e conflitto di interessi?
Per quanto riguarda il conflitto di interessi, una piaga che ci portiamo dietro da 20 anni, noi del MoVimento 5 Stelle vi abbiamo proposto un emendamento per superarlo. Il suuo nuovo finto Partito Democratico, però, lo ha bocciato. Sulle preferenze, vi abbiamo proposto il ripristino nella legge elettorale e vi abbiamo fatto notare che se i cittadini sono liberi di scegliere, premiano le donne competenti. Ci avete detto che “le donne del Pd sono qui grazie alla generosità di Bersani”, non perche lo meritano ma perche Bersani è generoso…Nelle sue ridicole slide parlava di “candidati legati al territorio”, ma nella sua legge elettorale le liste sono bloccate, i candidati sono decisi dalle segreterie di partito e avete pure messo le pluricandidature (per cui una stessa persona puo essere candidata in ben 8 collegi diversi).
Dopo tutta questa sfilza di baggianate, dopo mesi di sparate e bugie, come facciamo a credere alle sue parole? L’italia, anche in ambito internazionale, ha bisogno di credibilità e di serietà. Un uomo delle televendite come lei è assolutamente inadatto a questo scopo. Parlare per slogan è facile. Di far promesse sono capaci tutti. Ed è quello che la politica fa da anni.
Noi quando diciamo che vogliamo fare una cosa, diciamo anche come attuarla. Abbiamo parlato di semplificazione e già a luglio abbiamo depositato una proposta di legge per la fatturazione elettronica e per la semplificazione degli adempimenti tributari. Ma l’avete insabbiata.
Noi parliamo di tagliare le pensioni d’oro. A novembre vi abbiamo fatto una proposta e ce l’avete bocciata.
Noi parliamo di sostegno alle pmi e oltre a dare parte dei nostri stipendi a un fondo ad hoci, vi abbiamo anche detto come concretamente si possono aiutare le piccole e medie imprese: il microcredito, la sospensione delle cartelle esattoriali per imprese creditrici della P.A., la regolarizzazione degli orari degli esercizi commerciali, la tutela del made in italy, l’ armonizzazione delle aliquote a livello europeo, l’ abolizione dell’Irap. Tutte proposte concrete e gia depositate!
Noi alle parole facciamo seguire i fatti. Noi!
Lei quando è stato qui qualche settimana fa ci ha chiesto la fiducia, ma sappiamo che la vera fiducia l’ha incassata l’altro giorno in Germania. E il fatto che la Merkel sia entusiasta dell’incontro con lei ci fa preoccupare non poco. Prima dice che l’italia “non deve andare in Europa a prendere ordini”, poi va dalla Merkel e fa il bravo suddito/soldatino.
Noi siamo stufi che l’Europa ci imponga delle regole assurde. Le sembra possibile che noi ogni anno all’ue diamo piu di quanto le dobbiamo? Secondo il bollettino della ragioneria di stato, nel 2012 abbiamo versato al bilanco europeo 16 miliardi. In teoria avremmo dovuto riceverne indietro altrettanti sotto forma di fondi europei, invece ne abbiamo ricevuti 9,7, cioè 6,2 milioni in meno. Nel 2013 idem: in un solo trimestre abbiamo versato 4 miliardi e ce ne sono tornati 1,6, cioè una differenza in negativo di 2,4 milioni in soli tre mesi.
E poi ancora: il Fiscal compact. Un patto scellerato che ci impone di portare il rapporto tra debito e Pil dal 130 al 60% in 20 anni, il Fiscal compact significa 50 miliardi di euro l’anno che l’Italia deve tirare fuori dissanguando i contribuenti e devastando le aziende. Altra regola il Mes, un fondo internazionale che aiuta le banche private: abbiamo già pagato 12 miliardi di euro e il mese prossimo dovremo dargliene altri 3 di miliardi. Queste sono le regole che ci sta imponendo l’Europa. Queste regole ci stanno strangolando. Perche non glielo ha detto alla Merkel?
Dobbiamo ridiscutere queste regole, dobbiamo ridiscutere le condizioni in cui partecipiamo, a partire dalla cancellazione del Fiscal compact, dall’emissione di eurobond che tutelino le economie più deboli fino ad arrivare a una rinegoziazione del debito pubblico. O si ridiscutono le regole o ce ne andiamo. L’Europa deve essere una comunità, non una prigione.