Nuova trovata del governo: gli inceneritori travestiti da rinnovabili

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Ma ci pensate? Gli inceneritori potrebbero giovarsi dell’appellativo di impianti alimentati da fonti rinnovabili solo perché abbinati a una minuscola cogenerazione. E in barba a ogni previsione speculativa. Questa schifezza è contenuta in un decreto del governo che non si può nemmeno modificare in Parlamento perché è presentato come un “parere”, da prendere o lasciare in blocco.
Ci pensate? Gli edifici della Pa devono essere resi più efficienti, certo. Ma con quali fondi? Una parte viene dalle aste della Co2. Solo una parte perché il decreto prevede di allocare 540 milioni di euro. E il resto da dove lo si prende? La risposta vaga dell’esecutivo fa riferimento ai fondi strutturali, ma senza specificare nulla. Morale: non si punta certo sull’efficienza energetica, dato che parte dei costi vengono scaricati sui certificati bianchi e di conseguenza sulla bolletta del gas.
Quando il M5S ha chiesto lumi sulle risorse per l’efficienza energetica l’esecutivo ha risposto, incredibilmente, che avremmo trovato tutto nel Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica, pubblicazione Enea che fa riferimento al 2012. Avete capito bene: noi chiediamo quali saranno le risorse economiche a copertura della efficienza energetica in questo decreto e loro ci rispondono con i dati di due anni prima. Complimenti. Non sarebbe stato meglio puntare a una carbon tax come suggerito da una direttiva Ue?
Tra l’altro vengono affidati molti nuovi compiti all’Enea con pochissimi fondi per espletarli. D’altronde si sa che un controllore senza mezzi è più gradito a questi governi. La direttiva sull’efficienza energetica dell’esecutivo, poi, se ne infischia dell’emergenza abitativa, visto che si preferisce far costruire palazzine ai privati piuttosto che stanziare soldi per la riqualificazione. In più il documento non ha previsto nulla per gli alloggi sociali.
Infine, battendo sulla grancassa dell’efficienza del settore pubblico, questi politicanti hanno inserito due “piccole modifiche” al sistema energetico: la modifica delle tariffe elettriche per eliminare la progressività, favorendo di fatto chi spreca energia, e la modifica dell’intera disciplina del mercato elettrico e dei servizi. Concertazione con i soggetti interessati? Ma per carità, no grazie.
Tranquilli, non vorrete mica che Renzi si metta a sanzionare le pubbliche amministrazioni che non riqualificano almeno il 3% delle superfici degli edifici? Nessuna punizione per loro, anzi il governo ad oggi non è in grado di dire come e quanto sia diffusa la certificazione energetica presso gli edifici dello Stato. Si parla di efficienza, ma si brancola nel buio.
In arrivo, poi, altre brutte notizie sul fronte rinnovabili. Ecco un nuovo capitolo dell’attacco alle fonti pulite in favore delle fossili: il governo infatti si prepara a spalmare gli incentivi per gli impianti fotovoltaici da 20 a 25 anni. Continua dunque il caos normativo che non dà certezza al settore e scoraggia gli investimenti. Nell’ultimo anno abbiamo assistito alla revisione dei coefficienti di ammortamento fiscale da 9 a 25 anni, all’inasprimento dell’Imu, all’abolizione dei prezzi minimi garantiti, al dimezzamento dei prezzi del ritiro dedicato, all’inasprimento della fiscalità dei redditi agricoli connessi alla produzione di energia rinnovabile. Ora ci mancava giusto lo spalma-incentivo retroattivo.
Insomma, non abbiamo alcun atto di indirizzo preciso nei confronti delle centrali a carbone. Mentre contro il solare la strategia del governo è molto chiara. E il M5S farà di tutto per ostacolarla.