L’assordante silenzio delle istituzioni sulla vicenda del Maresciallo Saverio Masi

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Il senatore del Movimento 5 Stelle Vincenzo Maurizio Santangelo ha presentato un’interrogazione a risposta orale al Ministro della Difesa sulla vicenda del maresciallo dell’Arma dei Carabinieri Saverio Masi, un caso che “non può passare ancora sotto silenzio”.
“Rimosso nel 2011 dal Nucleo Operativo di Palermo – si ricostruisce nell’interrogazione – ha rivelato che i suoi superiori lo ostacolarono nella ricerca dei boss latitanti Bernardo Provenzano e Matteo Messina Denaro. Sostiene anche di aver individuato la villa in cui si nascondeva il superlatitante di Cosa Nostra. La sua denuncia ha fatto partire un’indagine, ma intanto Masi non può più portare avanti il suo lavoro investigativo a seguito di una condanna per falso materiale e tentata truffa. Il motivo? Una multa di 106 euro comminatagli mentre usava l’auto privata durante un’operazione di polizia giudiziaria. Condanna poi alleggerita, ma il maresciallo non è stato reintegrato”.
“Si tratta di un fatto che, se verificato, si dimostrerebbe di eccezionale gravità, avendo bene in considerazione gli interessi e i soggetti che sarebbero coinvolti – continua Santangelo -, la Procura deve occuparsi anche di eventuali problematiche che possono scaturire dalle delicate indagini riguardanti la criminalità”.
A favore del maresciallo si è schierato anche il sindacato di Polizia Coisp, affermando che sarebbe bastato depositare i memoriali di servizio che avrebbero attestato la consuetudine di usare anche auto private per le indagini più riservate.
“La vicenda del Maresciallo Masi – conclude il senatore M5s – appare come un semplice pretesto per bloccare, punire e mettere a tacere un uomo fuori dalle logiche del sistema che aveva denunciato i suoi superiori. Il silenzio delle istituzioni su tali problematiche si rivela quanto mai assordante”.
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