Un Senato di nominati mette in pericolo democrazia e benessere!

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Perché in un momento di profonda crisi economica il nuovo governo pensa a stravolgere la Costituzione e a rendere i senatori dei nominati? La riforma Renzi-Boschi, indebolendo le opposizioni, renderebbe concreto il rischio di un governo fedele ai dettati economici europei.
A quel punto, non ci sarebbero più difese per la nostra già traballante situazione sociale. Se il disegno di riforma del governo fosse approvato, il nostro Paese sarebbe ancora più esposto alle politiche dell’austerità imposte dalla Troika. Ciò significa crisi sociale, meno servizi, e nuovi sacrifici. A uscirne con le ossa rotte sarebbero benessere e democrazia.
Pensiamo, ad esempio, alla prospettiva di un prelievo forzoso dai conti correnti dei cittadini italiani. Non si tratta di fantascienza. È già successo di recente a Cipro e l’idea circola da tempo in sede europea come soluzione ai problemi di debito pubblico dei Paesi in crisi. Addirittura la proposta compare in un documento ufficiale del Fondo Monetario Internazionale, nel quale si afferma che “il notevole deterioramento delle finanze pubbliche in molti paesi ha riportato interesse in un prelievo di capitale straordinario sulla ricchezza privata”. I correntisti potrebbero essere colpiti direttamente nei loro risparmi, con un semplice decreto, e a nulla conterebbe la protesta delle opposizioni, depotenziate dal progetto di riforma Renzi. Nell’era della Troika tutto è possibile, soprattutto se le funzioni del parlamento vengono subordinate ai voleri della maggioranza.
La Costituzione non solo non deve essere indebolita, ma deve essere rinforzata! Una Costituzione svuotata, una popolazione privata del suo potere di selezionare la classe dirigente, una maggioranza padrona delle opposizioni, è esattamente ciò che in questo momento va evitato. Nuovi trattati europei sono alle porte e l’austerità è pronta a colpire di nuovo. Potrebbe trattarsi del cazzotto da KO, e la prossime vittime sarebbero l’Italia e gli italiani.