L’imprenditrice contro il pizzo. Solidarietà del M5S: nessuno venga lasciato solo
La dottoressa Elena Ferrarro di Castelvetrano (provincia di Trapani) da due anni ormai lavora in una ‘terra di confine’ tra chi cerca la legalità e chi asseconda la criminalità organizzata. Quando nel suo quartiere il clan della potente famiglia mafiosa Messina Denaro è passato a chiedere il pizzo anche nel suo laboratorio medico, lei ha detto di no. E lo ha fatto da cittadina onesta. Non ci tiene a passare da eroina, la signora ha fatto solo ciò che le hanno insegnato in famiglia: a rispettare i valori della legalità e dell’onestà.
Oggi fa quasi più notizia chi si ribella a certe pratiche di corruzione che non chi le asseconda, perché c’è una certa mentalità qui in Sicilia secondo cui è meglio abbassare la testa e andare avanti piuttosto che ribellarsi e farsi valere perché gli imprenditori temono ritorsioni. Non è così: le cose possono cambiare e nessuno deve essere lasciato solo.
Nove mesi fa, grazie alla denuncia della signora Ferraro, è stato arrestato Mario Messina Denaro cugino del boss super-latitante Matteo. Da allora la dottoressa vive in un clima di intimidazione, ultimo episodio proprio ieri un guasto doloso ad una sua apparecchiatura medica.
Sono andato a trovare Elena e le ho portato la solidarietà del Movimento 5 Stelle perché nessuno debba arrendersi a vivere nella zona grigia dell’illegalità e del malaffare: la gente deve sapere che anche in terra di mafia ci sono degli imprenditori che a testa alta dicono di no al pizzo e alla corruzione. E vogliamo che sia un movimento del capo contagioso.
Vincenzo Santangelo portavoce M5S al Senato