Economia verde: la furia riformatrice del governo si arena nei meandri dei ministeri

greeneconomy.jpg
La capacità riformatrice del governo sta tutte nelle chiacchiere e nelle slide del suo premier. Lo sappiamo bene.
Ciò vale anche per il settore della green economy che potrebbe risollevare le sorti di questo Paese se solo uscisse dalle sabbie mobili di testi attuativi e regolamenti che non vengono emanati a livello ministeriale.
Palazzo Chigi continua a sfornare decretoni omnibus che contengono una miriade di misure su cui si discute e ci si accapiglia per settimane. Peccato che poi tutto resti sulla carta per colpa della mancanza delle più semplici indicazioni che dovrebbero mettere in pratica le norme stesse.
Il bicameralismo perfetto rallenta il percorso delle leggi? Qui il lavoro speculare dei due rami del Parlamento non c’entra nulla. La colpa è tutta e soltanto delle manine dei tecnici che operano dentro i ministeri.
Tra una batosta e l’altra, nel frattempo, il settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica si muove a rilento. Chi ha investito nel comparto si divora il fegato per colpa dell’incertezza regolamentare e chi non ha ancora messo mano al portafogli fugge verso altri Paesi.
Qualche esempio di iter legislativo che si arena sul più bello dopo avvii in pompa magna in Cdm e defatiganti sessioni parlamentari?
Prendiamo l’efficienza energetica negli edifici. Nel 2013 è stata recepita, in ritardo, una direttiva Ue ad hoc del 2010. Il decreto introduceva nuove modalità di calcolo della prestazione energetica degli edifici. Peccato che i decreti attuativi non siano mai arrivati.
E che dire delle linee guida per criteri e modalità di rilascio dei certificati bianchi che dovevano arrivare entro il luglio scorso? Non se ne ha traccia.
Intanto già due anni fa è scaduto il termine per il decreto del Mise che doveva definire i nuovi coefficienti da applicarsi per le accise carburanti per gli impianti cogenerativi. Non ne abbiamo notizia.
A fine dicembre scorso, l’Aeeg ha invece emanato un documento di consultazione sui sistemi di accumulo (e veniamo così alle rinnovabili), ma non è mai arrivata la delibera e le aziende rischiano di perdere gli incentivi in Conto energia.
E cosa è accaduto al decreto attuativo con cui il Gse dovrebbe definire le modalità di erogazione del Conto energia? Lo aspettavamo entro il 9 luglio scorso. Finora nulla.
Un decreto del ministro dello Sviluppo economico deve poi stabilire la quota minima di biocarburanti da immettere nei trasporti. Il 15 settembre è passato da poco, tuttavia il provvedimento è ben lungi dal tagliare il traguardo.
Tra l’altro sono molti i decreti attuativi che scadranno da qui alle prossime settimane. E vi risparmiamo l’elenco per carità di patria.
Il M5S attende, vigila e vi informa, perché la buona informazione è il miglior antidoto contro le chiacchiere a vuoto dei venditori di fumo.