Le manganellate si pagano: Alfano, vai a casa

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Immaginate centinaia di operai che pacificamente scendono in piazza per difendere il proprio posto di lavoro. Immaginate che sfilino per la città chiedendo di essere ascoltati prima dall’ambasciata tedesca, perchè tedeschi sono i proprietari dell’acciaieria che vogliono licenziarli, e poi dal governo. Immaginate che tornino a casa non con rassicurazioni e certezze, ma con la testa rotta e gli occhi pesti. Sembra un brutto incubo, invece è esattamente quello che è successo ieri a Roma, durante la manifestazioni dei quasi 600 lavoratori dell’acciaieria Ast di Terni: una pagina vergognosa, che non ha nulla a che vedere con un Paese civile.
Di chi sono le responsabilità? Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi chiede di fare chiarezza e verifiche, ma per noi non c’è nulla da chiarire, è tutto molto evidente. La responsabilità è del governo, totalmente sordo ai bisogni reali del Paese e incapace di avviare una politica seria in campo industriale, energetico e ambientale, incapace di attuare una vera strategia nazionale dell’acciaio.
Il responsabile è il Partito Democratico che ha votato il Jobs Act, precarizzando il lavoro e privando i più deboli di qualsiasi tipo di sostegno sociale. Gli scontri sociali sono l’estrema conseguenza di questo scempio, voluto dal governo e votato dai partiti di maggioranza.
Le manganellate di ieri suonano come una beffa insopportabile sulle spalle di chi in queste ore perde il lavoro e non avrà appigli per ricollocarsi, per rimanere a galla. Sono un’offesa al buon senso, un segno di debolezza di questo governo che a lungo si è spacciato per il nuovo che avanza, ma che evidentemente ha dimenticato di rottamare metodi e soluzioni del passato.
Queste manganellate non nascono dal nulla, ma sono frutto di un ordine calato dall’alto. Il Ministro Alfano oggi è venuto in Aula a esprimere la sua solidarietà pelosa: troppo tardi, troppo facile.
Sarà l’intero governo a rispondere di quello che è successo, ma intanto chiediamo che il ministro degli Interni Alfano, responsabile della gestione dell’ordine pubblico, faccia un doveroso passo indietro. Abbiamo presentato una mozione di sfiducia sia alla Camera che al Senato, è arrivato il momento che Alfano, di cui già ricordiamo errori e orrori, se ne vada a casa.
M5S Camera e Senato