Una domanda a Repubblica: quanto costa la disinformazione a pagamento?

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Da settimane su Repubblica.it, megafono del Pd che in fatto di disinformazione la sa lunga, spuntano curiosi banner pubblicitari: sono avvisi a pagamento che il Pd ha acquistato per promuovere provvedimenti-scempio come lo Sfascia Italia e riforme farlocche come quella sulla giustizia civile. Il lettore che clicca sul box viene reindirizzato sulla pagina dei deputati Pd, dove può approfondire le menzogne costruire ad arte per lui.
Con la stessa dignità di un catalogo di pentole e materassi, Repubblica.it ospita pubblicità ingannevoli confezionate dai furbetti del Nazareno per convincere gli italiani che il governo sta facendo bene il suo lavoro, che lo Sfascia Italia farà ripartire il Paese e che la riforma civile migliorerà la giustizia italiana.
Balle su balle che gradiremmo sapere con quali soldi sono state pagate: saranno mica soldi pubblici?! Vorremmo sapere anche quanto costano questi spazietti diseducativi e la domanda, oltre che al Pd, la rivolgiamo proprio a La Repubblica: quanto costa la dinsformazione a pagamento? Un tanto a menzogna? Oppure un tanto in base al numero dei lettori presi per i fondelli?
Anche da quelle parti, è evidente, sono messi maluccio: un giornale che ha il dovere di informare i cittadini sull’attività di governo, contemporaneamente fa pubblicità a questi stessi provvedimenti. Un lettore, anche quello più smaliziato, resta quantomeno confuso: un giornale che prende soldi per fare pubblicità al governo, può essere libero di criticarlo? Secondo noi no.